giovedì 26 giugno 2014

S.O.S. ARGENTINA!

(veduta aerea del fiume Paranà).................................. S.O.S ARGENTINA! di Agostino Spataro ------------------------- Ho scritto questa nota ieri sera, dopo avere ascoltato il discorso pronunciato all'Onu di Axel Kicillof, ministro dell'Economia argentina, a proposito delle ingiunzioni giudiziarie Usa relative al debito vantato dal fondo Buitre. Il giovane responsabile del dicastero economico è venuto a New York per chiedere la solidarietà della comunità internazionale (che gliel’ha ampiamente manifestata) al fine di scongiurare il ricatto della solita oligarchia finanziaria e per ottenere dalla "giustizia" Usa un congruo rinvio della scadenza- capestro del prossimo 30 giugno. La richiesta è una moratoria non per evitare di pagare il dovuto, ma per avere il tempo necessario per trattare una soluzione ragionevole e quindi saldare il debito al fondo speculatore che, pur avendolo acquistato a prezzi vili, pretende una montagna di dollari. Si deve sapere che se, nelle prossime ore, non verrà rimosso questo diktat, il popolo argentino (poiché di lui stiamo parlando) potrebbe essere di nuovo precipitato nel default (ossia nello sconquasso finanziario, nella disperazione) uguale o peggio di quello cui si giunse nel 2001-02. Com’è noto, quel disastro fu provocato da una scellerata politica economica neo-liberista, basata sulla svendita del patrimonio pubblico, sulla corruzione e gli intrallazzi, iniziata dai dittatori fascisti (del "piano Condor") e continuata dai governanti degli anni '90, con l'avallo della P2 e degli organismi finanziari internazionali (FMI, ecc) Per un quarto di secolo (1976-2002), i generali e i politicanti succubi e complici delle oligarchie finanziarie hanno provocato: la tragedia dei “desaparecidos” ossia di 30mila giovani spariti nel nulla, seguita dal più grande disastro economico e sociale della storia argentina, un debito stratosferico, ecc. Tutto ciò in piena sintonia con il FMI, la Banca mondiale e le principali banche private ocidentali. Una situazione davvero ingovernabile che è stata affrontata e, in gran parte, risolta dai governi della sinistra democratica e peronista, guidati dai Kirchner, che hanno pagato l'enorme debito "ereditato" e salvato e rimesso in piedi l'Argentina e la sua economia. Ora, a Washington, qualcuno la vuole strozzare, affondare. Perchè? Forse, perché i nuovi dirigenti argentini “pretendono”- come è giusto che sia- di vivere, di gestire in autonomia, la loro sovranità e indipendenza nazionali? Evidentemente, non hanno capito l'antifona ossia che tali elementari diritti degli uomini e delle nazioni risultano incompatibili con certe strategie politiche e finanziarie. In ballo vi sono i risultati di un decennio di politica economica virtuosa, inclusiva e attenta alle necessità dei più poveri, una politica estera mirata al progresso latino-americano, i diritti legittimi di libertà della popolazione argentina che, ricordo a chi facilmente dimentica o finge, per il 40% è di origine italiana. Un motivo in più che dovrebbe indurci a considerare la "questione" molto da vicino. Il governo della presidenta Cristina ha, dunque, chiesto una moratoria per trattare, a condizioni giuste, il pagamento del debito residuo. L'odioso ultumatum scade il 30 giugno. Si spwera in una risposta positiva da parte delle autorità Usa, ma potrebbe anche essere negativa. Il governo e il Parlamento italiani, le forze politiche e sociali, la stampa e le Tv non hanno nulla da dire su tale, pericolosa situazione? Intendono appoggiare la ragionevole richiesta del governo argentino o preferiscono restarsene muti come hanno fatto fino a oggi? Ovviamente, le domande valgono anche per la Chiesa cattolica, per lo stesso Francesco, il Papa argentino. (Agostino Spataro, 26 giugno 2014)

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