martedì 30 aprile 2013

I LIBRI DI AGOSTINO SPATARO IN PROMOZIONE, NELLE LIBRERIE FELTRINELLI



Sicilia, il decennio bianco

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Monica

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Petrolio. Il sangue della guerra

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Il fondamentalismo islamico

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Sicilia, cronache del declino

Spataro Agostino

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Il turismo nel Mediterraneo 

Spataro Agostino, Marilotti Gianni

Edizioni Associate Libro € 11,62 € 12,91

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Il Mediterraneo. Popoli e risorse

Khader Bichara, Spataro Agostino

Edizioni Associate Libro € 13,01 € 14,46

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Fondamentalismo islamico. L'Islam politico

Spataro Agostino

Edizioni Associate Libro € 13,01 € 14,46

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I paesi del Golfo

Spataro Agostino Edizioni Associate

Libro € 11,15 € 12,39

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La notte dello sceicco

Spataro Agostino Edizioni Associate Libro € 12,55 € 13,94


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lunedì 22 aprile 2013

CRISI DELLA POLITICA O POLITICA DELLA CRISI?




CRISI DELLA POLITICA O POLITICA DELLA CRISI?

di Agostino Spataro

 


Che fare? Esattamente non lo so. Bisognerebbe discuterne insieme e in tanti.
So solo che non basta recriminare. E' da oltre venti anni che recriminiamo, inutilmente. 
Provo a dire la mia.
Credo che il "male" che oggi domina l'Occidente ossia il  sistema del "neoliberismo" finanziario, capitalista e senza regole, oltre a provocare la più grande crisi sociale e recessiva del dopoguerra, sia riuscito a inaridire le nostre coscienze e sapienze, ad inoculare dentro di noi i semi, spietati, dell'individualismo, del rampantismo, del razzismo, del pensiero unico. 
Mediante il potere dei suoi mezzi di persuasione occulta o palese (compreso questo che stiamo utilizzando) è riuscito a fiaccare, parcellizzare le società, le comunità e a ridurre gli uomini e le donne da persone a individui solitari, praticamente asociali. 
E’ relativamente facile per tale sistema controllare, dominare miliardi di individui isolati, mentre questi ultimi, rimanendo isolati, difficilmente riusciranno a liberarsi del loro oppressore.
Uscito vittorioso dal confronto est-ovest, tale sistema sempre più ricorre alla guerra, alle de-localizzazioni, all’uso dei “terrorismi” per imporre il suo disegno di "nuova economia del terrore" che dilanierà i popoli in questo nuovo secolo. 
L'egemonia del "mercato" su ogni aspetto della vita delle società ha dimostrato tutta la sua nefasta incapacità a governare i popoli e gli Stati.
Se si vuole, davvero, bloccare questa pericolosa deriva e rimettere nelle nostre mani il futuro dell'umanità dobbiamo riprendere, su basi completamente nuove, il discorso del socialismo, della cooperazione diffusa, dei diritti e dei servizi fondamentali di cittadinanza, ecc.
In primo luogo, bisogna riformare o abrogare gli attuali accordi sul commercio internazionale di merci e capitali che provocano disoccupazione e ristretti arricchimenti, promuovere una lotta decisa per il disarmo e contro le spese militari, ricostituire la primazia dello Stato democratico e regolatore, laico e di diritto, per salvare l'uomo e il Pianeta dall' autodistruzione.
L'altro grande tema da porre, finalmente, sul tappeto è quello dell'uso sociale delle scoperte scientifiche e tecnologiche. La conoscenza è patrimonio comune dell'umanità. I suoi benefici non possono andare a vantaggio di gruppi ristretti di speculatori e di evasori fiscali e degli obblighi sociali!  Devono andare a vantaggio di tutti, per la riduzione dei tempi di lavoro e, quindi, per l’incremento dei posti di lavoro.
Per fare tutto ciò (ed altro) è indispensabile svegliarci dal torpore asintomatico in cui siamo caduti, creare nuovi sindacati e partiti (con idee chiare, alternative ispirate alla giustizia sociale) da mettere al servizio del buongoverno e della giusta lotta dei lavoratori, dei giovani, di tutti gli oppressi ossia della stragrande maggioranza della popolazione mondiale, oggi, ridotta al silenzio, all'impotenza da un gruppo di potere tutto sommato fortemente minoritario. Non vedo altra via. Pensateci!

23 aprile 2013
 


martedì 16 aprile 2013

IL RAZZISMO DEGLI INCOSCIENTI

               Questa foto è di Martin, il bambino di 8 anni morto, lunedi 15 aprile, nel vile attentato alla maratona di Boston. Tutti siamo indignati e soprattuto immensamente addolorati per le tre vite stroncate e decine di altre ferite, mutilate. L'informazione globale continua a fornire dettagli dell'attentato e assicura che le autorità Usa cattureranno i responsabili per punirli in modo esemplare...
Speriamo che, non trovandoli, non  dichiarino un'altra guerra... ai paesi produttori di pentole a pressione.



In quest'altra foto si vedono undici bambini afghani (i nomi nessuno li ha pubblicati; tanto, undici più undici in  meno, che importanza hanno: afghani sono!) uccisi da un missile lanciato da un Drone in dotazione all'esercito di occupazione USA.
In questo caso, la stessa informazione globale è parca di notzie e ancor meno di dettagli. Risultato: quasi nessuno, specie in Occidente, sa di questa recente, ennesima strage d'innocenti. Un silenzio irreale, incosciente copre le notizie imbarazzanti.
Tra i pochi che hanno saputo, solo pochissimi si sono mostrati altrettanto addolorati per quei morti allineati sopra un tappeto e legati con lo spago, quasi si temesse che potessero alzarsi e scappare dalla guerra infinita che, come una maledizione biblica, dilania, da circa 30 anni, il loro Paese. Poveri figli!
Nessuno ha chiesto alle autorità Usa di punire i responsabili sicuramente noti... Anche se, si sa, quelle  autorità non avrebbero punito gli alti gradi del loro esercito e le loro ditte costruttrici di Droni e di missili...

E il mondo guarda, sgomento, a queste morti diverse, di serie A e di serie B o C.
Nemmeno di fronte alla morte, che per fortuna non fa eccezioni, può esserci uguaglianza di percezione, di trattamento.
Domanda: perchè questa diversità di sensibilità, di reazione persino di fronte alla morte crudele di bambini innocenti? Siamo o non siamo tutti esseri umani, uguali per diritto naturale e costituzionale?
Si può tergiversare intorno a questi interrogativi, ma nessuno, moralmente, potrà mai giustificare tale diversità. Tranne un razzista dichiarato o anche inconsapevole.
Domanda chiama domanda: perchè il razzismo, comunque camuffato, dilaga in Occidente?
Cosa sta succedendo alla "grande civiltà giudaico-cristiana"?
Io dico la mia:
Il fattore religioso c'entra poco o niente. Io penso che il "male" che oggi domina l'Occidente ossia il "neoliberismo", capitalista e senza regole, sia riuscito a inoculare dentro di noi i semi, spietati, dell'individualismo, del rampantismo, del razzismo, del pensiero unico. 
Mediante il potere dei suoi mezzi di persuasione occulta o palese (compreso questo mezzo che stiamo utilizzando) è riuscito a fiaccare, parcellizzare le società, le comunità e a ridurre gli uomini e le donne da persone a individui solitari, praticamente asociali. 
Si ricorre al razzismo e ai terrorismi per imporre il disegno della "nuova economia del terrore" che dilanierà i popoli in questo nuovo secolo. 
Che fare? Esattamente non lo so. Bisognerebbe discuterne insieme e in tanti.
So solo che non basta recriminare. E' da oltre venti anni che recriminiamo, inutilmente. 
Se si vuole, davvero, bloccare questa pericolosa deriva e riprendere nelle nostre mani il filo della speranza, del futuro dell'umanità dobbiamo riprendere, su basi completamente nuove, il discorso del socialismo, della cooperazione diffusa, dei diritti e dei servizi fondamentali di cittadinanza, ecc.
In primo luogo, bisogna battersi per riformare o abrogare gli attuali accordi sul commercio internazionale di merci e capitali, ricostituire la primazia dello Stato democratico, laico e di diritto, per salvare l'uomo e il Pianeta dall' autodistruzione.
L'altro grande tema da porre sul tappeto è quello dell'uso sociale delle scoperte scientifiche e tecnologiche. La conoscenza è patrimonio comune dell'umanità, non di gruppi ristretti di ricchi speculatori ed evasori degli obblighi sociali! 
Per fare tutto ciò (ed altro) è indispensabile svegliarci dal torpore asintomatico in cui siamo caduti, creare nuovi sindacati e partiti (con idee chiare, alternative) da mettere al servizio del buongoverno e della giusta lotta dei lavoratori, dei giovani, di tutti gli oppressi ossia della stragrande maggioranza della popolazione mondiale, oggi, ridotta al silenzio, all'impotenza da un gruppo di potere tutto sommato ristretto e fortemente minoritario. Non vedo altra via. Pensateci!

                                                 Agostino Spataro
17/4/2013








lunedì 15 aprile 2013

LA CIABATTA NERA



Ogni tanto esco di casa per osservare il nostro piccolo mondo di provincia, e mi accorgo di quante cose belle stiamo perdendo: un trionfo di fiori o l'incanto del mare.Qualcuno ha perduto una ciabatta nera sulla spiaggia di Siculiana Marina. Una sola. L'altra, forse, è rimasta, incagliata, sul barcone. (a.s.)

giovedì 11 aprile 2013

AUGURI A PIETRO INGRAO PER I SUOI 98 ANNI

                            Pietro Ingrao conclude la conferenza sul "Buongoverno governo negli Enti locali" promossa, 
                             nel settembre 1975,  dalla  Federazione prov/le del PCI di Agrigento.


(testo del messaggio augurale inviato a Pietro Ingrao, tramite il CRS)

"Non è per recriminare, ma solo per constatare che se, dopo il precipitoso "autoscioglimento" del PCI decretato da Achille Occhetto e non si sa da chi altri, Pietro avesse avuto qualche dubbio in meno e qualche certezza politica e organizzativa in più, avremmo oggi un Partito della Sinistra democatico e popolare capace di governare e di cambiare il Paese.
Ovviamente, questa considerazione non intacca la stima, il rispetto di sempre per la figura di Pietro Ingrao il cui pensiero ho avuto come punto di riferimento nei passaggi più impegnativi della mia esperienza di dirigente e di deputato del PCI della provincia di Agrigento dalla quale (esattamente da Grotte) proviene la sua famiglia, in particolare il suo nonno garibaldino.
Tantitissimi e cari Auguri."
 
                                        Agostino Spataro



Newsletter del Centro per la riforma dello Stato  

10 aprile 2013
Tanti Auguri Pietro

martedì 2 aprile 2013

A ISLA NEGRA, AL CAPEZZALE DELLA TOMBA DI NERUDA

Viaggiando per il Cile ho voluto visitare le tre case di Pablo Neruda: la "Chascona" a Santiago, la "Sebastiana " a Vigna del Mar e la villa "delle polene" a Isla Negra.
In questa ultima mi sono fermato a riposare al capezzale della tomba-letto del Poeta e della sua compagna Matilde Urritia che vollero essere sepolti lì, di fronte all'oceano infinito, dove Neruda cantò la loro passione  travolgente, clandestina: "E lì il nostro amore fu la torre invisibile che trema nel fumo".
Confesso che quella a Isla Negra è stata la visita più intima, l'incontro più commovente con il Cile profondo della lotta per la libertà, per il socialismo, per il progresso pacifico dell'umanità.
 Ho scritto questo ricordo perchè, oggi, ho appreso che il corpo del Poeta sarà riesumato per accertamenti giudiziari. Non so che dire. La motivazione è giusta, ma credo che l'illustre coppia non gradirà questa intrusione. (a.s.)

Dall'ode- testamento di Neruda:
Companeros, enterradme en Isla Negra, 
frente al mar que conozco, a cada àrea rugosa
de piedras y de olas que mis ojos perdidos non volveràn a ver...
que allì quiero dormir entre los pàrpados
del mar y de la tierra...
Abrid junto a mi  el hueco de la que amo, y un dia 
dejadla que otra vez me acompane en la tierra"
                      Pablo Neruda




Mondo Informazione – La Notizia che Cercavi.

Martedì 2 aprile 2013

Pablo Neruda sarà riesumato. I misteri sulla morte del grande poeta

·                                                                                              
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·                                                                                              
Pablo Neruda, il grande poeta cileno, Premio Nobel per la Letteratura nel 1971, sarà riesumato. La richiesta fatta dai comunisti cileni nel 2011 è stata infatti accolta. Pablo Neruda morì il 23 settembre 1973, ufficialmente per un cancro alla prostata, ma fin da allora vennero alimentati numerosi dubbi e proposte ricostruzioni ben più inquietanti.

Il corpo di Pablo Neruda riposa a Isla Negra, a 100 chilometri da Santiago del Cile. La riesumazione e un esame autoptico permetteranno di scoprire se il grande poeta morì veramente per cause naturali oppure fu ucciso. Neruda morì esattamente dodici giorni dopo l’avvento al potere del dittatore Augusto Pinochet.
Aderì molto giovane al comunismo, ma solo nel 1945, a 41 anni, decise di prendere la tessera del partito. L’anno successivo Gabriel Gonzalez Videla, candidato alla presidente del Cile della Alianza Democratica (alleanza tra radicali, comunisti e democratici), gli affidò la direzione della sua campagna elettorale. Videla vinse, anche grazie al lavoro appassionato di Neruda, ma subito dopo il neo-presidente cambiò decisamente linea politica.
Dopo la brutale repressione di un gruppo di minatori che stavano scioperando nella regione di Bio Bio, Pablo Neruda –che era stato eletto senatore- pronunciò un durissimo discorso (6 gennaio 1948) contro il presidente Videla. Dopo quel discorso, in seguito ribattezzato “Yo acuso”, Neruda venne costretto all’esilio. Videla promulgò inoltre disposizioni che misero letteralmente fuori legge quello stesso Partito Comunista che lo aveva sostenuto.
Il poeta fu costretto dunque all’esilio e, nel suo peregrinare, giunse anche in Italia. Nel 1952 fu infatti ospite dell’intellettuale Edwin Cerio nella sua villa di Capri. Il soggiorno italiano di Pablo Neruda sarà poi raccontato con grande sensibilità nel film “Il Postino”, ultima opera di Massimo Troisi.
Poco dopo, con la caduta imminente del regime di Videla, Neruda tornò in patria e sostenne la prima candidatura a presidente di Salvador Allende. Passarono anni intensi, tra impegni letterari e intensi impegni politici. Nel 1970 Pablo Neruda venne indicato come uno dei candidati alla Presidenza della Repubblica. Neruda, che pure avrebbe ottenuto certamente un grande risultato, decise di ritirarsi dalla competizione per appoggiare nuovamente Salvador Allende, che venne eletto. L’11 settembre 1973 però un brutale colpo di Stato architettato dal generale Augusto Pinochet rovesciò la democrazia facendo piombare il Cile in una tetra e lunga dittatura. Salvador Allende venne ucciso.
Nei giorni successivi Pablo Neruda fu più volte oggetto di perquisizioni e vessazioni da parte del regime. In una di queste disse con grande dignità ai militari che stavano perquisendo la sua casa di Santiago “Guardatevi in giro, c’è una sola forma di pericolo per voi qui: la poesia”.
Mentre attendeva di poter nuovamente espatriare in Messico, Neruda morì. La versione ufficiale parlò di cancro alla prostata, ma in pochi ci hanno creduto fin da allora. Nel 2011 il suo autista e guardia del corpo Manuel Araya ha rivelato di avere la certezza che Pablo Neruda fu ucciso con una misteriosa iniezioni nella clinica Santa Maria di Santiago del Cile.
Dopo quaranta anni il mistero potrà essere svelato.
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