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mercoledì 12 febbraio 2014
"Cronica de una infancia recuperada", Agostino Spataro (Spanish Edition)
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martedì 11 febbraio 2014
GOVERNO-MONTI: PRIMA INVOCATO OGGI ESECRATO. NAPOLITANO IL VERO OBIETTIVO?
Siamo alle solite. I cd "poteri forti" (che esistono e fanno i cazzi loro in Italia e altrove), ieri hanno invocato, implorato il Presidente della Repubblica per dar vita a un governo "tecnico" pilotato da Mario Monti, oggi, che, forse, Napolitano non è più adeguato alla bisogna, lo gettano in pasto alle murene ossia ad alcuni personaggi equivoci e giornalisti compiacenti. Per altro, fino a quando c'era la mina vagante dell'impeachment richiesto da Grillo si poteva profittarne per offrire la figura del Presidente come "capro espiatorio" sul quale scaricare tutte le nefandezze, gli errori, gli scandalosi profitti di una classe imprenditoriale (oltre che di quella politica)maldestra, inadeguata rispetto alle trasformazioni da essa stessa volute sul terreno finanziario ed economico.
Per altro la polemica è incentrata sul "prima, sul quanto prima" Napolitano abbia iniziato i contatti con il prof. Monti per poi incaricarlo di formare il governo. Ma il problema è veramente questo?
A me pare la scoperta dell'acqua calda, poichè tali "rivelazioni" erano note già a luglio del 2011!
Ora, qui, nessuno vuole sminuire, coprire le eventuali responsabilità politiche di Napolitano. Ma a ciascuno le sue!
Questi signori non possono, davvero trarsi fuori, cambiando le carte in tavola: da corresponsabili ad accusatori.
Se avessero avuto a cuore le sorti del Paese, invece di plaudire (come tutti fecero), avrebbero dovuto porre (prima del varo del governo eno due anni e mezzo dopo!)la questione vera, di sostanza e di leggittimità politica ossia se era/o meno opportuno, utile e, soprattutto, costituzionalmente corretto varare il governo "tecnico" di Monti.
In ogni caso,-come scrivemmo- la crisi andava affrontata dai partiti in Parlamento e in questo gestita. Solo se non si fossero trovate soluzioni politiche appropriate, il presidente della Repubblica avrebbe potuto/dovuto sciogliere le Camere e andare a elezioni anticipate.
Invece, tutti a gridare, a scrivere, viva Monti il "salvatore", e il suo mentore, ecc. ecc.
Modestissimamente, da comune cittadino italiano, ho tentato di far riflettere qualcuno scrivendo, giorni prima (non quasi tre anni dopo come gli attuali censori folgorati sulla via della Svizzera)il sottostante articolo pubblicato in diversi siti web, giacchè a noi è precluso l'accesso alla carta stampata, almeno per questi temi. Ma non ci scoraggiamo. Finchè c'è web c'è...speranza. (Agostino Spataro)
"Per queste e altre ragioni, l’operazione-Monti potrebbe essere percepita come un altro colpo di mano dei cosiddetti “poteri forti finanziari” italiani e, soprattutto, internazionali per impadronirsi, senza elezioni democratiche, del governo dell’Italia e demolire quel che resta dello stato sociale e del patrimonio pubblico del popolo italiano.
È vero in Italia i problemi ci sono, e sono gravi, ma è altrettanto vero che il nostro Paese, da un certo tempo, è oggetto di un attacco spudorato, pianificato e sapientemente scandito (in sintonia con gli eventi politici) di potenti gruppi di speculatori finanziari internazionali...
Diverse sono le forze extraparlamentari concorrenti a tale disegno, interne e internazionali.
Per quanto riguarda l’Italia, il principale centro di raccolta e di polarizzazione politica sembra essere la consorteria militante sotto i vessilli di Aspen Institute Italia, derivazione di una potente e ramificata associazione straniera con sede a Washington. Tanto per non perdere l’orientamento. Non è una società d’incappucciati, ma qualche preoccupazione l’avrebbe dovuto destare. È, infatti, un club elitario, bipartisan dove sono iscritti esponenti dei più grandi partiti italiani, dirigenti e manager di grandi aziende, di banche e di società editoriali. Tutti insieme. Appassionatamente! Per fare che cosa?
Un’anomala trasversalità che si esprime già nell’ufficio di presidenza così composto: presidente Giulio Tremonti, ministro del tesoro di Berlusconi; vice- presidenti; Jonh Elkann, presidente della Fiat, e l’on. Enrico Letta vice segretario del Partito democratico.
I principali protagonisti dell’attuale crisi politica, che dovrebbe portare Mario Monti dall’esecutivo Aspen alla Presidenza del consiglio dei ministri, sono quasi tutti suoi colleghi del Comitato Esecutivo di Aspen Institute Italia o loro stretti parenti. Qualcuno è provvisoriamente in “sonno”.
Ma ecco l'articolo integrale:
http://www.ilportaledelsud.org/spataro_agostino_35.htm
Articolo collegato:
http://nuovediscussioni.blogspot.it/2011/11/con-monti-il-vaticano-entra.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+NuoveDiscussioni+%28Nuove+Discussioni%29
lunedì 10 febbraio 2014
mercoledì 5 febbraio 2014
PALERMO, SE CROLLASSE PALAZZO MAZZARINO...
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martedì 4 febbraio 2014
FERMARE LA MACCHINA DEL FANGO E RAGIONARE
di Agostino Spataro
L’Italia sta vivendo una fase incerta, oscura a causa della crisi economica, ma anche di un metodo barbaro e ricattatorio di fare politica. Gli ultimi giorni, fra incidenti alla Camera e invettive sui blog, giornali e tv, sono stati davvero incredibili, preoccupanti.
Forse, è questa la prima volta in cui non si riesce a capire dove si voglia andare a parare.
Se qualcun ritiene di saperlo, per favore ci illumini.
Ma perché siamo a questo punto? Certo, grandi sono le responsabilità della “politica”, genericamente intesa. Tuttavia, tanto disastro non poteva essere provocato dalla sola “politica”. Dietro le quinte, agiscono altri poteri, molto più influenti dei “politici” che, in ogni caso, sarebbe il caso d’identificare con nomi e cognomi.
Giacché, con questo genericismo d’accatto (“politica”, “politici”), coniato e divulgato dai media, si sta facendo, intenzionalmente, confusione, tanta confusione, per consentire ai padroni delle testate, al riparo dei loro consigli di amministrazione, di realizzare lucri scandalosi.
Il problema dell’adeguatezza del ceto politico esiste fin dal crollo (pilotato?) della cd “prima Repubblica” e ancora non è stato risolto. E non poteva esserlo poiché i subentranti della “seconda” non erano/non sono espressione di un reale processo di cambiamento, ma solo figure di seconda e terza file del parterre della “prima”.
La situazione si è ulteriormente aggravata con l’approvazione, nel 2005 ossia alla vigilia della campagna elettorale, del “porcellum” che consente a una diecina di capipartito e di capicorrente di nominare, di fatto, i deputati e i senatori ossia il Parlamento al quale la Costituzione affida la tutela della sovranità popolare e della dignità morale della nazione;
Questa ineffabile "diecina" ha sottratto ai cittadini elettori il diritto, costituzionale, di scegliere, col voto di preferenza (uno solo e numerico per evitare compravendite di voti) il proprio rappresentante.
Una legge “porcata” che si vorrebbe addebitare al solo rubicondo ex ministro leghista Calderoli. Gli altri ne hanno preso le distanze anche se l’hanno usata ed abusata a tutto spiano.
Una legge, dunque, da modificare radicalmente come impone la sentenza della Corte costituzionale?
Parrebbe proprio di no. A giudicare dalla proposta di riforma Renzi - Berlusconi si va dritti alla riconferma del “porcellum”, con qualche aggravante.
Insomma, siamo davanti a un groviglio di cose malfatte, d’intrecci d’interessi, anche personali, inconfessabili, di pressioni indebite, interne e internazionali, di prevaricazione dei corretti rapporto fra politica, istituzioni e cittadini, di un imbarbarimento del sistema delle relazioni politiche e sociali, di governi ondivaghi, in attesa dell'imbeccata che sembrano, quasi, eterodiretti.
Per queste ed altre ragioni, la situazione rischia di avvitarsi su stessa e degenerare in un preoccupante imbarbarimento della vita politica e itituzionale.
Crescono soltanto la disoccupazione, le tasse, il debito, l’evasione fiscale, l’odio e le cattive maniere.
E’ venuto il tempo di fermare questo andazzo, questa colossale macchina del fango e ragionare, per vedere, insieme e nelle forme possibili, che cosa c’è da fare per invertire la tendenza e rilanciare l'economia.
L’Italia è un grande paese, quasi una civiltà a se stante; il popolo italiano, specie nei passaggi più drammatici della storia repubblicana, ha dimostrato di essere degno e all’altezza di tale grandezza.
Di crisi ne abbiamo avute tante. Per tutte ricordo quella terribile della metà degli anni ’70 caratterizzata da una drammatica decadenza del tessuto industriale che s’intrecciava con i disegni di un terrorismo eversivo (di vario colore) che scossero gli assetti fondamentali del potere democratico, la base stessa della democrazia. La superammo con l’apporto di tutti, con le lotte dei lavoratori, degli studenti, degli artisti, con buone leggi fatte in Parlamento e non con le urla e le offese indecenti, le minacce e gli infingimenti che vediamo in questi giorni in tv.
Furono quelli gli anni più critici della tanto biasimata “prima Repubblica” che - bisogna ricordarlo- riuscì a trasformare l’Italia da paese arretrato e devastato dalla guerra fascista a settima potenza economica del Pianeta. Tutto ciò non avvenne per miracolo, ma sulla base di una sana intesa politica generale, di fatto, fra le forze di maggioranza e d’opposizione di sinistra.
Nell’ultimo ventennio, la cd “seconda Repubblica” ha solo dilapidato il patrimonio ereditato, ha intaccato molte conquiste sociali dei lavoratori, ha accresciuto il debito pubblico frutto, amaro, della corsa clientelare concorrenziale scatenata, negli anni ‘80, da Dc e Psi.
Se così stanno le cose- come pare- è necessario fermare questa folle corsa verso l’abisso.
Ai partiti (no ai singoli leader), alle forse sociali, ai governi dobbiamo chiedere d’indicare la via (i programmi signori non i pugni, le urla!) per uscire dalla crisi rinnovati, con più equità sociale e più diritti, più servizi e più occupazione per tutti.
Poiché è, sommamente, ingiusto continuare a chiedere sacrifici ai ceti medio-bassi a tutto vantaggio di un gruppo di affaristi che si stanno impadronendo della ricchezza della nazione.
Le ricette? Ognuno presenti la propria, se ce l’ha. Altrimenti, lasci libero il campo a forze veramente nuove, non solo in senso anagrafico, capaci d’innovare e di progettare un nuovo futuro.
Agostino Spataro
5 febbraio 2014.
lunedì 3 febbraio 2014
L' UMANITA' DEL PARTITO
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domenica 2 febbraio 2014
"MEDITERRANEO, L'UTOPIA POSSIBILE" in Mondadori.it
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sabato 1 febbraio 2014
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