mercoledì 28 novembre 2012

ITALIA: DEMOCRAZIA DELL'INFORMAZIONE

ANCHE IN ITALIA: PLURALISMO, INFORMAZIONE ONESTA, DIGNITA' E LIBERTA' PER I GIORNALISTI

pubblicata da Agostino Spataro il giorno Mercoledì 28 novembre 2012 alle ore 18.46 ·
IL CENTRO SINISTRA, OLTRE A LITIGARE PER LE PREFERENZE ALLE PRIMARIE, DOVREBBE IMPEGNARSI A PROPORRE UNA LEGGE SUI MEDIA ANTIMONOPOLISTA E PLURALE.
SE MANCANO LE IDEE, SI PUO' COPIARE DA QUELLA ARGENTINA CHE ENTRERA’ IN PIENO VIGORE IL PROSSIMO 7 DICEMBRE.
(Vedere sotto)
…La legge argentina, approvata dopo tre mesi di battaglia parlamentare (ne abbiamo dato conto nel “Latinoamerica” n. 108), riconosce che è interesse della società limitare la concentrazione editoriale, deframmentare i media e aumentare il pluralismo diluendo l’omologazione dei media commerciali e il potere dei latifondi mediatici. Questi, ovviamente, (il Grupo Clarín in Argentina, ma potrebbe essere Televisa in Messico, Mediaset in Italia oppure il Grupo Prisa in Spagna) aborriscono la nuova legge, e tentano di stravolgerne il senso spacciandola come censura. Dalla loro hanno il complessomediatico-industriale mondiale che infatti batte all’unisono demonizzando la nuova legge.
La realtà è che da domani, e con gradualità nei prossimi tre anni, se la riforma non sarà vanificata, l’Argentina andrà costituendo un sistema mediatico pluralista, dove tale pluralismo non sarà più garantito dal pensiero unico del mercato e dalle corporazioni mediatiche ma dai cittadini stessi. Come detto, lo spazio mediatico sarà diviso in tre e i media commerciali non ne potranno continuare ad occupare più di un terzo. Non solo: si dividerà chi produce contenuti da chi li veicola. Chi vorrà continuare a stare sul mercato ricchissimo della televisione via cavo, capillarmente diffuso, dovrà vendere i canali che eventualmente possiede. Almeno due dei cinque canali televisivi nazionali saranno messi sul mercato e andranno a soggetti diversi dagli attuali proprietari. Inoltre nessun soggetto potrà possedere più di diecimedia (giornali, radio, tivù), nazionali o locali. Infine le licenze dureranno dieci anni, proiettando l’Argentina in un nuovo mondo nel quale le frequenze non vengano più assegnate di fatto in eterno a soggetti privati com’è tuttora in paesi come il Messico o l’Italia. L’idea è che nel corso del tempo possa ridisegnarsi l’immaginario collettivo oggi monopolizzato dal pensiero unico mercatista e consumista. Come ha detto il Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel “finalmente in Argentina si sradicheranno i monopoli perché o si mette davvero fine ai monopoli oppure non cambierà mai nulla”. Non sarà facile ed evidentemente il cambiamento sarà segnato da contraddizioni, ma da qualche parte si dovrà pur iniziare.

(Gennaro Carotenuto)

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