domenica 9 giugno 2019


PER VINCERE, LA SINISTRA NON HA BISOGNO DI UN SALVINI IN GONNELLA
In Danimarca trionfano (con il 25% !) i socialdemocratici con la linea dura sull’immigrazione.

di Agostino Spataro
 
(Mette Friederiksen, foto da Google)


















1… Fa (farà) discutere la vittoria della socialdemocratica danese Mette Frederiksen che con il 25% dei voti si assicura la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. E la chiamano democrazia!
Infatti, questo voto se da un lato conferma l’esistenza, piuttosto diffusa anche nei civilissimi Paesi scandinavi, di  preoccupazioni, paure derivate dai flussi d’immigrazione irregolare, dall’altro lato evidenzia una tentazione demagogica che potrebbe essere cavalcata da certa “sinistra” convinta che per vincere bisogna emulare l’operato delle forze conservatrici di destra e perfino xenofobe.  
Il voto danese ingloba una contraddizione evidente che oscura la vittoria della Mette che per compensare la cavalcata sull'immigrazione ha infarcito il suo programma con giuste proposte a tutela dei diritti sociali dei cittadini, specie delle fasce medio/basse.
Storicamente, sul tema delle migrazioni la sinistra europea (in senso ampio: dai comunisti ai socialdemocratiche, a talune forze progressiste cattoliche), ha avuto posizioni di apertura nel rispetto dei principi, morali e costituzionali, della solidarietà e della legalità.  
Due concetti che vanno di pari passo, abbinati a ogni politica seria sull’immigrazione.
Il nostro problema era quello di riuscire a far convivere legalità con solidarietà. In genere, ci siamo riusciti, in Italia e altrove.
Ovviamente, nessuno si é scandalizzato, in situazioni di effettiva emergenza, per qualche caso d’immissione clandestina o irregolare. Purché la clandestinità non diventi la regola e l’ingresso legale un’eccezione. Come è accaduto in questi ultimi anni nei quali si sono riversati in Europa flussi consistenti d’immigrati irregolari, per il tramite di un sistema ben rodato e gestito, prevalentemente, da schiavisti africani e da speculatori nostrani.
Questo è il nodo politico principale da sciogliere, anche mediante trattati, bilaterali e multilaterali ( qui il ruolo dell’Unione Europea é essenziale) di emigrazione, basati su programmi compatibili con le risorse e con le esigenze di ambo le parti e su politiche di vera accoglienza dei lavoratori stranieri ai quali vanno garantiti diritti e spettanze uguali a quelli dei lavoratori italiani/europei.
Se tali garanzie non si potranno offrire è preferibile contenere le spinte migratorie poiché invece di lavoratori avremo schiavi, persone disperate che andranno a finire dritti nelle mani del malaffare.    

2… Non voglio farla lunga. Su tale complessa materia ho scritto diversi articoli e un libro “Immigrazione, la moderna schiavitù”(del 2018), nel quale ho cercato d’illustrare, di recuperare per tempo, adeguandolo alla drammatica attualità, un patrimonio di posizioni politiche, di proposte di legge (soprattutto del Pci) che va ovviamente aggiornato.
Un punto di vista di sinistra sull’immigrazione che capi e capetti dei partiti delle formazioni attuali, specie del PD, sembrano aver dimenticato per accodarsi a politiche, a disegni globalisti poco chiari, che hanno portato la sinistra alla sconfitta e Salvini al trionfo.
Un bel risultato, davvero, che, oltre a indebolire la sinistra, non aiuta gli immigrati e quelle organizzazioni sinceramente umanitarie che si prodigano per la loro salvezza ed accoglienza.
Tuttavia, la vittoria della Frederiksen non deve essere dileggiata, come taluni stanno facendo, ma valutata, soppesata con senso di responsabilità e di equilibrio e con la volontà di cambiare quel che c’è di errato nei comportamenti della sinistra italiana.
Come si evince anche dai risultati (incoraggianti) della recente tornata elettorale amministrativa di ieri, la sinistra, intesa come raggruppamento alternativo al centro destra, può tornare a vincere in Italia e in Europa.  E per farlo non c’è bisogno di un Salvini in gonnella.
Semmai, la vittoria della socialdemocrazia danese suggerisce di effettuare le necessarie correzioni di linea e rilanciare una vera politica umanitaria a favore degli immigrati regolari, senza trascurare le realtà difficili dei lavoratori e dei disoccupati, dei “disperati” italiani.
In un contesto di legalità e di solidarietà non c’è contrasto d’interessi fra lavoratori italiani e lavoratori immigrati che, anzi, possono, debbono lottare insieme per la difesa dei loro diritti.

3… D’altra parte, non siamo nati ieri (come certi avventurieri della politica), ma abbiamo una storia antica e degna. Non abbiamo mai improvvisato, ma analizzato la realtà, dibattuto democraticamente e lottato per migliorare le condizioni del mondo del lavoro, elaborato e proposto idee e programmi mirati a tutelare, sempre, la dignità dei lavoratori.
Anche nel campo specifico delle politiche migratorie abbiamo coniugato la tutela degli emigrati italiani nel mondo (che sono tantissimi e che continuano a lasciare l’Italia) con quella  degli immigrati in Italia.
Un patrimonio politico e culturale ancora valido da cui trarre ispirazione e forza per aggiornare e adeguare le nostre politiche in tali campi.
A quel tempo, parlo dei primi anno ’80, le nostre proposte di legge non passarono per l’opposizione dei governi e dei ceti imprenditoriali che non volevano immigrati regolari, ma braccia da sfruttare a basso costo, a nero. Esattamente quello che è avvenuto dagli inizi del nuovo secolo ad oggi. Anche grazie alla responsabilità del principale partito di “sinistra” (al governo) che, di fatto, ha avallato,  tali, ingiuste pretese.   
Su tale drammatico aspetto della nostra vita nazionale è auspicabile che i cambiamenti avvenuti ai vertici della CGIL e del PD possano favorire una seria riflessione nell’ambito dello schieramento della sinistra, mirata a correggere gli errori e a proporre una linea nuova, fondata sui principi dell’accoglienza nella solidarietà e nella legalità.
Tutto ciò è possibile. Basta volerlo. Il nostro obiettivo è la solidarietà nel rispetto della legalità. Restando umani. Senza attendere che un’altra/o Frederiksen possa portare alla vittoria la sinistra mediante politiche di destra.




(10/6/2019)



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