martedì 23 febbraio 2016

SINISTRA, MENO IMBARAZZI NELLA DIFESA DELLA FAMIGLIA

SINISTRA, PIU' CORAGGIO NELLA DIFESA DELLA FAMIGLIA INTESA COME LUOGO DI SOLIDARIETA’, DI PROTEZIONE E DI RESISTENZA SOCIALE

In questo tempo inquieto di rivolgimenti delle relazioni naturali fra uomo e donna, di alterazione dei confini  della famiglia (forse, sarà evitata in extremis in Senato), chi lotta per cambiare questo mondo, dominato da un potere iniquo, non deve avere timore, imbarazzo nel volere conservare, per gli altri che verranno, i valori e le tante cose buone e giuste che sopravvivono in armonia con la Natura, con la vita dei popoli. 
Ovviamente, nessuno è portatore di verità assolute. Solo una modesta opinione da uomo del Pci, che ha letto F. Engels tanti anni fa, per esortare la sinistra a sostenere, con più coraggio e convinzione e con qualche sostanzioso provvedimento legislativo, la famiglia, intesa nella sua accezione laica e come nucleo sociale di base, poiché in questo "deserto" (meno Stato, meno diritti e più mercato) costituisce un luogo di solidarietà e di resistenza, di protezione sociale.
Che cosa farebbero centinaia di migliaia di giovani inoccupati e/o disoccupati senza l'aiuto delle famiglie?  La guerra contro i padri? Come, perfidamente, taluni suggeriscono.
L'imbarazzo, la timidezza della sinistra potrebbero creare l'impressione che la vita, il futuro della famiglia siano preoccupazioni prevalenti (se non esclusive) delle organizzazioni e delle gerarchie cattoliche. E della destra. 
E l'Italia è fatta di famiglie in gran parte in sofferenza!
Conservatorismo rivoluzionario? Affatto.  In questa fase di contrattacco neoliberista e di disarmo dei partiti e delle organizzazioni della sinistra, la famiglia è divenuta una sorta di ultimo rifugio per più deboli, per gli esclusi e pertanto va difesa, tutelata, migliorata e non demolita come qualcuno tenta di fare di soppiatto.
E pazienza se la Chiesa cattolica, in base a proprie motivazioni spirituali, è dello stesso avviso! 
D'altra parte, fu Palmiro Togliatti (che non era un frate domenicano) a teorizzare l'unità fra comunisti e cattolici per tutelare i diritti dei lavoratori e salvare l'umanità dall'apocalisse nucleare.
Questa ci parve (ma non fu) l’intuizione a base della creazione del partito detto “Ulivo”.
E  così, oggi, che ci sentiamo orfani di una grande tradizione politica e culturale, siamo tutti in attesa che sia il Papa argentino a dire “qualcosa di sinistra”!

Agostino Spataro

23 febbraio 2016