mercoledì 25 marzo 2020

"PANE DURO COME IL MURO- Claudio, fotocronaca di un viaggio"- nuovo libro di Agostino Spataro






Indice

Introduzione
L’amore famigliare                                                                pag. 3
Prima parte                                                                          pag. 7
Da Budapest, sul vecchio Orient-Express                                       
Fra tanta povertà, l’amore di un bambino                                       
Una dolorosa “spartenza”                                                               
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Seconda parte                                                                    pag. 31
Quel prete “pazzo” di Timisoara                                                     
Ioppolo - Bucarest: partiamo in due e torniamo in tre                     
Fondatore del partito liberale rumeno                                             
Il reportage di Claudia D’Angelo per Rai1                                      
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Terza parte                                                                          pag 67
Una giornata tipo di Claudio                                                           
Claudio scopre la…musica                                                             
Claudio bacia la casa                                                                      
1° Maggio a Montefamoso                                                              
La domanda: “È vero che ci avete adottati?”                                  
Il battesimo di Claudio                                                                    
Il primo Natale a Ioppolo                                                                
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Quarta parte                                                                      pag. 95
Pane duro come il muro                                                                  
A Budapest, a spasso con Claudio                                                  
La crisi che ho vissuto
La visita dell’amico pittore. I disegni di Claudio                             
L’altra famiglia                                                                               
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Appendice                                                                         pag.129
Nota riservata del 1983 alla segreteria del Pci sulla drammatica situazione della Romania di Ceausescu.


 Introduzione

L’amore famigliare

Fuori da ogni schema ideologico, oggi la famiglia appare come l’ultimo anello della catena della solidarietà umana cui, in quanto tale, si può attribuire una funzione “rivoluzionaria” in assenza di altri sog­getti sociali rivoluzionari.
 
La nostra bella famiglia, l’altro ieri……

1... È possibile creare una famiglia basata sulla solidarietà umana e non sui vincoli di sangue?
Una domanda complessa che richiede una o più risposte non facili a darsi, poiché dipendono da una serie di fattori personali, ambientali e da implicazioni morali e teoriche.
Probabilmente, la risposta può essere più agevole se si parte da un caso concreto. Per esempio, da un’adozione. Come le due che abbiamo fatto noi che ci consentono di rispondere affermativamente alla domanda, in base alla esperienza vissuta. Ovviamente, siamo consapevoli dell'esistenza di punti di vista differenti che, a volte, possono suscitare vivaci polemiche su cui riflettere.
Specie quando si tratta delle opinioni di certuni che diffidano della famiglia adottiva magari per trattenere negli istituti i bambini abban­donati.
Tema delicatissimo da affrontare con serietà, con senso di responsabilità e non - come avvenuto ultimamente in Italia - con pole-miche strumentali, partitiche e mediatiche, con l’obiettivo di trarne un utile elettorale e di audience.
Al netto di tali, inconfessabili interessi, resta la realtà, nuda e cruda, che evidenzia un dato preoccupante, morale e sociale: in un paese a basso indice di natalità qual è l’Italia c’è una un’infanzia “sfortunata”, proveniente da famiglie disagiate, che si preferisce chiudere negli isti­tuti invece di favorirne gli affidamenti, le adozioni, in aderenza al prin­cipio/guida del benessere del minore.
Uscendo dall’istituto il bambino/a entrerà in una famiglia, dove troverà migliori condizioni di vivibilità, di affettività, di umanità.

2... Ovviamente, si dovrà procedere con la necessaria prudenza e nel rispetto della legislazione vigente, verificando, caso per caso, se il be­nessere del minore può essere assicurato al meglio presso un istituto o presso una famiglia. Il confronto fra le due istituzioni diventa inevita­bile.
In ogni caso, una domanda è ineludibile: perché tante famiglie deside­rose di adottare un bambino sono indotte a rivolgersi all’estero quando negli istituti italiani sono ospitati tantissimi bambini abbandonati o sottratti (per legge) alle famiglie “inadempienti”, solitamente le più povere e/o emarginate della società?
A tal proposito, è necessario riflettere anche su certe tendenze che si fanno strada nella società del “benessere” a proposito di certe tipologie di adozioni, di uteri in affitto e quant’altro non contemplato nella legi­slazione vigente italiana. Sull’intera materia delle adozioni non c’è un’adeguata informazione e preparazione, mentre si fanno campagne mediatiche, petizioni, mobilitazioni popolari per dare una “famiglia” a un cane abbandonato o rinchiuso in un canile.
Magari con il lauto patrocinio di multinazionali e di distributori di pro­dotti per i cosiddetti “animali da compagnia”.
Nessuna campagna, invece, viene promossa per dare una famiglia ai bambini abbandonati e/o chiusi negli istituti.
Strano! In ciò c’è qualcosa che non quadra, che contrasta con l’autentico spirito umanitario che ispira ed informa la legislazione.

3... Comunque realizzata, oggi, la famiglia non è soltanto il luogo privilegiato degli affetti, dell’amore famigliare per l’appunto, ma è anche un rifugio per tanti figli e nipoti indifesi, inoccupati, un presidio di resistenza passiva agli attacchi delle politiche delle oligarchie neoli­beriste.
In questa fase drammatica, si è accresciuto il ruolo sociale della famiglia costretta a sobbarcarsi le conse­guenze della crisi e, in particolare, del progressivo smantellamento dello stato sociale.
Intorno all’uomo si sta facendo un deserto. Smarrito in un mare di cre­scenti disuguaglianze, sempre con meno diritti e senza più un’efficace difesa politica e sindacale, deve affrontare le difficoltà della vita. Solo, contro la perfida genia che comanda il mondo.
Senza più una forte sinistra di classe, con governi e parlamenti asserviti agli oligarchi o da essi direttamente gestiti, la famiglia è divenuta, suo malgrado. il luogo principale di protezione sociale e morale.
Infatti, sono i genitori, i nonni a far fronte alle difficoltà, ai drammi di figli e nipoti precari, senza casa e con pochissimi servizi e, soprattutto, senza un futuro certo, a breve e a medio termine.
Individui smarriti e disarmati, vittime di una guerra asimmetrica scate­nata da mostruose potenze impazzite che stanno portando l’umanità verso il baratro.
La liquidazione “scientifica” dei partiti di massa, delle associazioni democrati­che ha portato alla graduale demolizione del sistema di diritti sociali conquistati e ampliato la platea dei poveri, degli indigenti provocando una disuguaglianza inaccettabile, per favorire un club ristretto di supermiliardari.
Da tutto ciò discende la funzione vitale della famiglia senza la quale molti giovani (ma anche anziani) non saprebbero come sbarcare il lu­nario.
Fuori da ogni schema ideologico, la famiglia appare, oggi, come l’ultimo anello della catena della solidarietà umana cui, in quanto tale, si può attribuire una funzione “rivoluzionaria” in assenza di altri sog­getti sociali rivoluzionari.
Credo che anche Friedrich Engels comprenderebbe tale evoluzione del ruolo della famiglia che, in attesa della realizzazione di una società comunista matura, “va trattata e spiegata in base ai dati empirici esi­stenti…”- [1]
Un mutamento fattuale, quasi obbligato, contro cui, oggi, si accanisce, con tutti i mezzi e i modi possibili, la “perfida genia”, per fiaccarla, snaturarla, emarginarla, per farla sparire dal panorama delle relazioni umane.

4... Ma torniamo a Claudio che è il protagonista di questa nostra bella esperienza famigliare. Con Joliké [2], come del resto fecero tante altre coppie italiane ed europee, scegliemmo la via dell’adozione interna-zionale, perché quella nazionale si presentava piuttosto disagevole, per i motivi di cui sopra.
Chiariamo che il nostro desiderio di adottare un minore non fu dettato da sentimenti di magnanimità o di possesso, ma agimmo, da per­sone comuni, in aderenza ai nostri ideali di umanità e di dignità.
Prima arrivò Monica[3], oggi madre di due bellissimi bambini, Giuseppe e Lucia Migliara, che ci fanno sentire “nonni” felicissimi e appagati; a distanza di quasi un lustro, dopo una serie di sofferenze, sue e no­stre, venne ad allietare la nostra casa Claudio che riuscimmo a tirar fuori dall’inferno di Ceausescu.
Appena in tempo ossia nei giorni, drammatici, del crollo di quel re­gime dittatoriale, familistico che nulla aveva a che fare con le aspira­zioni alla libertà, al progresso dei lavoratori rumeni, con i nostri ideali.
Al nostro Claudio, diletto, dedichiamo questo ricordo. Sperando che la nostra, bella avventura umana, di unione, di amore famigliare aiuti a far riflettere chi di dovere, affinché siano “liberati” tutti i bambini trat­tenuti negli istituti.
Per dar loro un focolare domestico- come si diceva una volta- che sarà sempre più accogliente e più umano di qualsiasi fredda istituzione.
Corri ragazzo, corri… oltre gli orizzonti conosciuti.

                                                               



[1] F. Engels, “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato”- Editori Riuniti, 1972
[2] Joliké alias Ilona Laky, co-autrice, di fatto, di questo lavoro e, soprattutto, madre dei due nostri figli.
[3] vedi: https://libro.cafe/libro/41713/monica-storia-di-un-infanzia-ritrovata/

 N.B. Chi lo desidera può richiedere, gratuitamente, il PDF dell'anteprima di stampa a: agostinospataro@alice.it


lunedì 16 marzo 2020

COVID 19, UNA "DITTATURA NECESSARIA", MA CI SONO ALCUNE FAGLIE!

di Agostino Spataro *

Ai cittadini italiani va dato atto dell’osservanza delle norme e dei divieti mirati al CONTENIMENTO della diffusione del coronavirus o Covid 19.  
Le persone accettano i sacrifici imposti pur sapendo che siamo di fronte alla sospensione di alcune libertà individuali e sociali, sperando che possano contribuire alla sconfitta del virus e al ritorno alla normalità.
Parliamoci chiaro: il popolo italiano sta accettando uno Stato Eccezionale di Emergenza Sanitaria, una sorta di “dittatura necessaria”, per difendere la salute pubblica.
Tuttavia, qualche dubbio insorge quando si legge di comportamenti abusivi di singoli individui e di “deroghe” - di fatto - ai divieti promulgati che mettono a rischio il conseguimento dell’obiettivo primario del contenimento.
In particolare, preoccupano certa mobilità (soprattutto ferroviaria, stradale, ecc) dalle zone più infette a quelle meno infette del Paese e gli approdi nei porti (specie siciliani e in genere del Sud) di natanti che trasportano gruppi di persone non identificate (leggi clandestine) che vengono sbarcate e distribuite in diversi siti del territorio italiano.
Questa è una EMERGENZA che, per altro, potrebbe aggravarsi tragicamente. 
Perciò il Sistema di prevenzione, di protezione non può permettersi FAGLIE di alcun genere.
Il governo deve saper mobilitare e coordinare tutte le risorse materiali e umane disponibili, a cominciare dal pieno impiego operativo delle Forze armate della Repubblica. Perché no?
Il rigore e la coerenza sono indispensabili, anche per evitare la perdita di fiducia dei cittadini verso l’azione dello Stato e dei suoi organi operanti sul territorio.
E – se permettete- per non frustrare la determinazione, il  sacrificio di tantissimi sanitari e para-sanitari, scienziati, operatori della Protezione civile, volontari, ecc. che in modo ammirevole (talvolta perfino eroico) stanno lavorando per fronteggiare l'emergenza.
Dovrebbe essere superfluo, ma di fronte a certe improvvide evidenze bisogna ribadire che in questa situazione ogni azione deve essere rigorosamente finalizzata al conseguimento dell’OBIETTIVO dichiarato ossia al Contenimento della diffusione del contagio.  Non sono ammesse deroghe di sorta e per nessuno! Tutto ciò che non è coerente, funzionale con le direttive emanate non è ammissibile perché minaccia la salute pubblica. 

*Scrivo da cittadino e da ex deputato nazionale del Pci dei tempi della cd “Prima Repubblica” che, fra le tante buone riforme, varò quella della Sanità che ancora oggi resiste e consente di curare tutti i cittadini, nonostante gli attacchi e le sottrazioni della “seconda” e della “terza” Repubblica.  

venerdì 13 marzo 2020

LA SIGNORA LAGARDE NON HA FATTO UNA GAFFE, MA HA DETTO QUEL CHE PENSA DAVVERO!

di Agostino Spataro

Certi giornali, al soldo del neoliberismo dominante, vogliono stemperare la gravità della gravissima e inopportuna esternazione, assai dannosa per l'Italia, della signora LAGARDE presidente della BCE, la banca di diritto privato, cui gli Stati europei hanno conferito l'enorme potere di stampare e distribuire denaro.
La signora LAGARDE non ha fatto una gaffe, ma é stata sincera. Come fu sincera quando, anni addietro, da direttore del Fondo monetario internazionale (FMI), propose di aumentare l'età pensionabile e di diminuire l'assistenza sanitaria e farmaceutica in favore dei più anziani. Tanto per dire con chi si ha a che fare!
Non a caso la vittima prelibata di tale esternazione sono i Paesi più deboli dell'eurozona e in particolare l'Italia, in questo momento alle prese con una pericolosissima pandemia.
I gridolini, le rampognette mediatiche non servono a nulla, Ci vuole ben altro!
Partendo dal fatto notorio che, da tempo, i beni e i servizi strategici, le "eccellenze" del nostro Paese sono in vendita. Il problema non é solo la signora Lagarde, ma anche tanti altri personaggi, operanti ad alti livelli di responsabilità in Italia e all'estero, che hanno fatto e continuano a fare (con le privatizzazioni e con le manovre di Borsa) di tutto per passare dalla vendita alla "svendita" a prezzi stracciati. Oggi, siamo di fronte a una drammatica accelerazione di tale tendenza, che potrebbe essere agevolata anche dal pauroso crollo della Borsa di Milano di questi giorni. Del resto é comprovato che i grandi gruppi finanziari e industriali francesi sono fra i più interessati al mercato italiano, Semmai, bisognerebbe chiedersi perché di tutto ciò e altro non parlano (e soprattutto non agiscono con fatti concreti) tutti coloro che tengono in pugno il ns Paese: governanti, parlamentari, (di oggi e di ieri), giornalisti di grido o di cortile, capitani d'industria, ecc. 

martedì 10 marzo 2020

COVID 19: INFLUISCE IL FATTORE CLIMA?



di Agostino Spataro

COVID 19: confronto fra i casi accertati in Italia n. 7.375 (su 60 milioni di abitanti) e nelle tre Americhe n. 257 (su oltre 1 miliardo di abitanti.) 

In questi giorni di auto consegna in casa ho cercato di documentarmi su taluni aspetti relativi alla diffusione del coronavirus COVID 19 in Italia e in alcune regioni del mondo, in special modo in quelle dell’emisfero sud, con particolare attenzione ai Paesi del Sud America. *
Una ricerca empirica, meramente statistica e senza pretesa alcuna, per tentare di capire se e come il dato climatico potrebbe influire sulla diffusione del contagio. 
Per altro, tale ipotesi è stata affacciata da alcuni scienziati, ma senza un seguito appropriato.
Chiarisco che non desidero associarmi alla schiera di tuttologi che pontificano sul virus, ma solo auspicare un approfondimento da parte di chi ne ha le competenze e le responsabilità. 
Sperando nella imminente primavera.
La ricerca potrebbe estendersi anche ad altre realtà dell’emisfero Sud del Pianeta. Restando al confronto fra Italia e Sud America si nota che fra le tante diversità esistenti c’é ne una che, in questa emergenza globale, potrebbe fare la differenza : la temperatura.
Poiché  mentre in Italia (e in genere nell’emisfero Nord, contenente la Cina) siamo in inverno, laggiù sono in estate con una temperatura media attestatasi intorno ai + 30 gradi C.
E’ bene  sottolineare che il confronto avviene fra i casi accertati in Italia e nelle Americhe (Nord, Centro e Sud) * ossia fra un Paese di 60 milioni di abitanti e le tre Americhe con oltre 1 miliardo di abitanti.
Confronto impari. Poiché mentre in Italia, secondo il bollettino della Protezione civile dell’8 marzo 2020 (vedi sito sotto), sono stati registrati  7.375 casi e 366 morti, nelle Americhe- secondo la direttrice dell’Ops (Organizzazione panamericana della salute- aggregata all’Oms) i casi, in gran parte importati, al 6 marzo 2020 sono 257,  suddivisi per 10 Paesi e 4 territori regionali.**
**  Situation as of 6 March 2020 - Hasta la tarde de hoy, se confirmaron 257 casos en diez países y cuatro territorios de la región (Argentina, Brasil, Canadá, Chile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guayana Francesa, Martinica, México, República Dominicana, Estados Unidos, San Bartolomé y San Martín). I morti sono stati 11, tutti negli Usa,  in Washington (10) and California (1).

Fermi restando gli esiti degli studi e degli interventi sulle aree specifiche di contagio (alcune regioni  settentrionali), anche per l’Italia (almeno fino all’8 marzo) si potrebbe configurare una  probabile influenza del fattore climatico. Vedi dati tabella sotto. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_5351_0_file.pdf

* Da notare che fra le due realtà esistono differenze sfavorevoli ai Paesi sudamericani, soprattutto fra i sistemi sanitari: quello italiano ritenuto uno dei migliori al mondo e quelli sudamericani che lasciano molto a desiderare. Tranne il sistema sanitario di  Cuba che, nonostante l’odioso e lunghissimo boicottaggio degli Usa, si è dimostrato uno dei migliori del mondo, anche in questa drammatica vicenda del COVID 19 dandone prova sul campo ossia operando, con successo, nelle regioni infestate della Cina con una rara, solidale ed efficace capacità d’intervento.

** L’occasione è utile per ricordare che vi sono 3 Americhe oppure UNA  contenente 26 Stati sovrani, fra i quali gli Stati Uniti d’America.   


domenica 8 marzo 2020

UNA GESTIONE SPECIALE, CENTRALIZZATA DELL'EMERGENZA CORONAVIRUS


Dichiarazione stampa di on. Agostino Spataro - già parlamentare del Pci.*

Visto come stanno andando le cose (cioé non bene come ci si attenderebbe), per fronteggiare, contenendola, l'emergenza coronavirus (che si teme possa degenerare in  pandemia), si dovrebbe approntare una GESTIONE SPECIALE CENTRALIZZATA - anche sospendendo talune prerogative autonomistiche- dotata di idonei mezzi giuridici, strumentali e di comunicazione capaci d’informare e di coordinare gli interventi e di far rispettare, attuare le direttive emanate dalle autorità preposte.
Per perseguire tali finalità, oltre a mobilitare il personale sanitario, parasanitario e le altre risorse della sanità pubblica e privata, ad attrezzare gli ospedali del Sud (in gran parte sforniti di reparti infettivi), sarebbe necessaria una mobilitazione, coordinata, dei corpi preposti alla sicurezza pubblica, delle stesse Forze armate, ecc.
Purtroppo, l'appello alla "auto-responsabilità", é largamente disatteso, provocando ulteriori, gravissimi rischi di estensione del fenomeno infettivo in regioni (Mezzogiorno) finora, poco colpite.
I divieti devono essere chiari e ben definiti e accompagnati da sanzioni specifiche.
Infine, ritengo che per meglio convincere i cittadini italiani a sobbarcarsi i tanti disagi derivati dalla emergenza (blocco della mobilità, controlli sanitari e d’altra natura, chiusura delle scuole e delle varie attività sociali, culturali, ecc.) e le eventuali sanzioni è auspicabile che il governo sospenda, anche in linea provvisoria, gli ingressi nei porti italiani di naviglio proveniente dall’estero, specie di quello con a bordo persone non identificabili.

8 /marzo/ 2020.