mercoledì 30 ottobre 2019

NEMO POETA IN PATRIA: il caso di Domenico Azzaretto



Agostino Spataro



NEMO POETA IN PATRIA
Il poeta ritrovato: il caso di Domenico Azzaretto








Sicily and Emigration in the Early Twentieth Century
C. Mazzucchelli,  University of Central Florida.







               

                                                          







Domenico Azzaretto (1864-1944), poeta dialettale di Ioppolo Giancaxio, emigrò negli Usa, dove  incontrò la miseria, la violenza e la discriminazione. Muovendo da questa sua esperienza, compose due poesie di alto valore sociale e civile, in controtendenza rispetto al “mito” americano, pubblicate nel 1908 e divulgate, a sua e nostra insaputa, da studiosi di alto profilo, italiani e stranieri.
Oggi, a 75 anni dalla sua morte, il clamoroso rinvenimento, la scoperta del suo talento che gli conferisce una meritata celebrità letteraria in Italia e negli Stati Uniti d’America.
Un poeta ritrovato, dunque! Bentornato fra noi, zi Minicu.









Agostino Spataro, 1948.
Giornalista e scrittore. E’ stato dirigente e parlamentare nazionale del Pci.
Siti web: http://infomedi.it e http:// montefamoso.blogspot.com

















Edizione non commerciale della serie “ I gufetti ”
Copyright 2019- Agostino Spataro. Tutti i diritti riservati.



lunedì 28 ottobre 2019

OGGI, ARAFAT A PALERMO






di Agostino Spataro

Oggi. a Palermo, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando, verrà intitolato un tratto del lungomare al Foro italico a Yasser Arafat, indimenticato leader della lotta per la libertà e per la sovranità statuale del popolo palestinese.
Una iniziativa lodevole, giusta verso un uomo che diede speranza e dignità di popolo ai palestinesi della diaspora e dei Territori. Ricordo a quanti, oggi, si mostrano indignati per tale riconoscimento che Yasser Arafat fu insignito del Premio Nobel per la Pace, con Rabin e Simon Peres, all’epoca i due massimi rappresentanti dello stato d’Israele, che lavorarono per la ricomposizione pacifica dell’annoso conflitto arabo-israeliano. Entrambi credettero davvero alla pace con i palestinesi. A fermarli ci pensò un “terrorista” fanatico israeliano che uccise Rabin. Un omicidio clamoroso, gravissimo di cui nulla si é saputo…Fatto sta che, dopo l'assassinio di Rabin, giunsero al potere i "falchi" che cambiarono il corso politico d'Israele e dalla pace si passò alla repressione, alle mire annessionistiche dei Territori palestinesi.
Ma torniamo ad Arafat e al suo desiderio di vedere Palermo che, purtroppo non fu realizzato. Perciò, che almeno sia ricordato in un tratto di mare palermitano che é anche il mare della Palestina: il Mediterraneo che tutti ci accomuna. Sperando che, presto, il popolo martire di Palestina possa ri-unirsi e vivere in uno Stato libero e sovrano. Grazie Palermo.
“In Sicilia esiste una speciale sensibilità verso le vicissitudini dei popoli arabi e palestinese in particolare che nel passato si è espressa nei modi più diversi, sempre riconducibili allo spirito di convivenza pacifica e di cooperazione. Ai tempi della guerra del Kippur, era il 1973, circolava una battuta (attribuita ad Achille Occhetto, allora segretario regionale del Pci) che esprimeva, fra il serio e il faceto, il sentimento dei siciliani: «La Sicilia è l' unico Stato arabo a non aver dichiarato guerra a Israele». “
Ovviamente noi siciliani non vogliamo la guerra contro nessuno perché amiamo la pace e la convivenza fra i popoli, nel rispetto reciproco e della legalità internazionale.
In quegli anni, Palermo e la Sicilia divennero centri di un magnifico movimento pacifista, di accoglienza di migliaia di giovani esiliati o rifugiati politici provenienti dai vari Paesi mediterranei allora angariati da dittature fasciste o da regimi militari che costellavano le rive del Mediterraneo.
La Sicilia progressista reagì nell' unico modo possibile: organizzando la solidarietà e promovendo il dibattito e l' azione politica per trasformare il Mediterraneo da luogo di sanguinosi conflitti in un mare di pace e di cooperazione.
Il Pci tentò di organizzare a Palermo una grande Conferenza mediterranea alla quale furono invitati i leader più prestigiosi dei movimenti di liberazione del mondo arabo: da Arafat a Boumedienne, da Gheddafi a Bourghiba.
Molti aderirono all' invito, purtroppo quella conferenza venne prima rinviata e poi annullata.
La prima volta che incontrai Yasser Arafat, a Lisbona nel 1977, gli ricordai la mancata iniziativa e il nostro rammarico di non averlo potuto ospitare a Palermo.
Arafat rispose che il rammarico più grande era il suo poiché desiderava tantissimo visitare la «Siqilia», quest' Isola bellissima che «ogni arabo porta nel cuore».
In effetti, nell' immaginario collettivo degli arabi, la Sicilia (almeno quella del periodo arabonormanno) è rappresentata come una sorta di paradiso in terra, come una metà agognata, perciò ancora oggi tutti la rimpiangono (insieme all' Andalusia) come un territorio ambito che l' Islam ha perduto.
Con il leader palestinese ci siamo visti in altre occasioni e sempre ci ha chiesto della «Siqilia». Come quando l' andammo a trovare a Beirut, nel suo bunker anche allora minacciato dalle truppe israeliane del generale Ariel Sharon il quale, insieme con le falangi dei cristianomaroniti libanesi, attuò mesi dopo uno fra i più orrendi massacri di vecchi, donne e bambini palestinesi rinchiusi nei campi profughi di Sabra e Chatila.
O in occasioni di conferenze internazionali: a Damasco, Baghdad, Tunisi, Tripoli e a Roma nell' 82 dove, oltre a incontrare il presidente Pertini, parlò nell' Aula della Camera ovvero nel primo Parlamento occidentale nel quale si era formata una larga maggioranza di parlamentari (fra i quali Enrico Berlinguer, Bettino Craxi e Benigno Zaccagnini) che richiedeva al governo il riconoscimento politico dell' Olp e il diritto per i palestinesi ad avere uno Stato.

Roma, 1988- Yasser Arafat riceve Agostino Spataro


L' ultima volta, a Roma nel 1998, (vedi foto)  si ricordò della «Siqilia» e gli promettemmo che una delegazione siciliana sarebbe andata a Gerusalemme est, il giorno dell' imminente (allora così si pensava) proclamazione dello Stato indipendente di Palestina.”

Agostino Spataro - 29 /10/2019