di
Agostino Spataro
Oggi. a Palermo, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando,
verrà intitolato un tratto del lungomare al Foro italico a Yasser Arafat,
indimenticato leader della lotta per la libertà e per la sovranità statuale del popolo
palestinese.
Una iniziativa lodevole, giusta verso un uomo
che diede speranza e dignità di popolo ai palestinesi della diaspora e dei
Territori. Ricordo a quanti, oggi, si mostrano indignati per tale riconoscimento che Yasser Arafat fu
insignito del Premio Nobel per la Pace, con Rabin e Simon Peres, all’epoca
i due massimi rappresentanti dello stato d’Israele, che lavorarono per la
ricomposizione pacifica dell’annoso conflitto arabo-israeliano. Entrambi
credettero davvero alla pace con i palestinesi. A fermarli ci pensò un
“terrorista” fanatico israeliano che uccise Rabin. Un omicidio clamoroso, gravissimo di cui
nulla si é saputo…Fatto sta che, dopo l'assassinio di Rabin, giunsero al potere i "falchi" che cambiarono il corso politico d'Israele e dalla pace si passò alla repressione, alle mire annessionistiche dei Territori palestinesi.
Ma torniamo ad Arafat e al suo desiderio di
vedere Palermo che, purtroppo non fu realizzato. Perciò, che almeno sia ricordato in un
tratto di mare palermitano che é anche il mare della Palestina: il Mediterraneo
che tutti ci accomuna. Sperando che, presto, il popolo martire di Palestina
possa ri-unirsi e vivere in uno Stato libero e sovrano. Grazie Palermo.
“In
Sicilia esiste una speciale sensibilità verso le vicissitudini dei
popoli arabi e palestinese in particolare che nel passato si è espressa nei
modi più diversi, sempre riconducibili allo spirito di convivenza pacifica e di
cooperazione. Ai tempi della guerra del Kippur, era il 1973, circolava una
battuta (attribuita ad Achille Occhetto,
allora segretario regionale del Pci) che esprimeva, fra il serio e il faceto,
il sentimento dei siciliani: «La Sicilia
è l' unico Stato arabo a non aver dichiarato guerra a Israele». “
Ovviamente
noi siciliani non vogliamo la guerra contro nessuno perché amiamo la pace e la
convivenza fra i popoli, nel rispetto reciproco e della legalità internazionale.
“In quegli anni, Palermo e la Sicilia divennero centri di un magnifico movimento pacifista, di accoglienza di migliaia di giovani esiliati o rifugiati politici provenienti dai vari Paesi mediterranei allora angariati da dittature fasciste o da regimi militari che costellavano le rive del Mediterraneo.
“In quegli anni, Palermo e la Sicilia divennero centri di un magnifico movimento pacifista, di accoglienza di migliaia di giovani esiliati o rifugiati politici provenienti dai vari Paesi mediterranei allora angariati da dittature fasciste o da regimi militari che costellavano le rive del Mediterraneo.
La Sicilia progressista reagì nell' unico modo possibile:
organizzando la solidarietà e promovendo il dibattito e l' azione politica per
trasformare il Mediterraneo da luogo di sanguinosi conflitti in un mare di pace
e di cooperazione.
Il Pci tentò di organizzare a Palermo una grande Conferenza
mediterranea alla quale furono invitati i leader più prestigiosi dei movimenti
di liberazione del mondo arabo: da Arafat a Boumedienne, da Gheddafi a
Bourghiba.
Molti
aderirono all' invito, purtroppo quella conferenza venne prima rinviata e poi
annullata.
La
prima volta che incontrai Yasser Arafat, a Lisbona nel 1977, gli ricordai la
mancata iniziativa e il nostro rammarico di non averlo potuto ospitare a
Palermo.
Arafat
rispose che il rammarico più grande era il suo poiché desiderava tantissimo
visitare la «Siqilia», quest' Isola bellissima che «ogni arabo porta nel
cuore».
In effetti, nell' immaginario collettivo degli arabi, la
Sicilia (almeno quella del periodo arabonormanno) è rappresentata come una
sorta di paradiso in terra, come una metà agognata, perciò ancora oggi tutti la
rimpiangono (insieme all' Andalusia) come un territorio ambito che l' Islam ha
perduto.
Con
il leader palestinese ci siamo visti in altre occasioni e sempre ci ha chiesto
della «Siqilia». Come quando l' andammo a trovare a Beirut, nel suo bunker
anche allora minacciato dalle truppe israeliane del generale Ariel Sharon il
quale, insieme con le falangi dei cristianomaroniti libanesi, attuò mesi dopo
uno fra i più orrendi massacri di vecchi, donne e bambini palestinesi rinchiusi
nei campi profughi di Sabra e Chatila.
O in occasioni di conferenze internazionali: a Damasco,
Baghdad, Tunisi, Tripoli e a Roma nell'
82 dove, oltre a incontrare il presidente Pertini, parlò nell' Aula della
Camera ovvero nel primo Parlamento occidentale nel quale si era formata una larga
maggioranza di parlamentari (fra i quali Enrico Berlinguer, Bettino Craxi e Benigno
Zaccagnini) che richiedeva al governo il riconoscimento politico dell' Olp e il
diritto per i palestinesi ad avere uno Stato.
Roma, 1988- Yasser Arafat riceve Agostino Spataro |
L'
ultima volta, a Roma nel 1998, (vedi foto) si ricordò della «Siqilia» e
gli promettemmo che una delegazione siciliana sarebbe andata a Gerusalemme est,
il giorno dell' imminente (allora così si pensava) proclamazione dello Stato
indipendente di Palestina.”
Agostino Spataro - 29 /10/2019
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