In questo periodo, si sono intensificati gli appelli e le collette da parte di diverse organizzazioni umanitarie per chiedere ai cittadini contributi per alleviare le sofferenze delle popolazioni, dei bambini siriani vittime dei bombardamenti e/o rifugiati in vari Paesi mediorientali e d'Europa.
Iniziative lodevoli, certamente. Tuttavia, queste benemerite organizzazioni, per essere credibili, dovrebbero denunciare ai cittadini cui chiedono l'obolo chi (e perché) ha provocato, in oltre 8 anni di guerra alla Siria, il disastro materiale e umanitario, l'esodo di milioni di cittadini.
Com'é noto, l'aggressione é stata ideata e realizzata da uno schieramento di Stati quali la Francia, gli Usa (di Obama), la Turchia, l'Arabia Saudita, Israele, ecc che hanno usato, abbondantemente, i servizi di talune organizzazioni terroristiche quale Isis, ecc. che hanno provocato stragi orrende fra i civili, soprattutto fra i curdi e i cristiani siriani.
Oggi, il governo siriano, con l'appoggio militare e politico della Russia, ha riconquistato quasi l'intero suo territorio sottratto dagli aggressori.
Si pone il problema del rientro di milioni di profughi (che é bene notarlo senza questa guerra non ci sarebbero stati!) e della ricostruzione delle città, delle infrastrutture e dell'economia della Siria. Si teme che possa ripetersi la solita manfrina ossia che i Paesi aggressori e distruttori passano la fattura della ricostruzione alla comunità internazionale, all'Unione Europea e, appunto, ai singoli cittadini.
Un comportamento inammissibile, moralmente e politicamente. A risarcire devono essere, in primo luogo, i Paesi aggressori che hanno provocato e alimentato la guerra. Altrimenti sanzioni.
L'Italia, che non ha partecipato al piano di aggressione alla Siria, dovrebbe far sentire la sua voce per riportare la pace in Siria, in Medio Oriente e nel Mediterraneo, anche in nome dei tradizionali buoni rapporti intrattenuti con queste realtà, a partire dagli anni '70' a oggi.
A quel tempo, le nostre relazioni con la Siria di Assad/padre erano assai intense, rispettose e reciprocamente vantaggiose ed erano ricercate e sostenute da un ampio schieramento politico e parlamentare (Dc, Pci, Psi) ossia dall'80% del Parlamento italiano..
Nel nostro piccolo, anche noi contribuimmo, sempre per conto del Pci, a rafforzare la politica di pace e di cooperazione dell'Italia con la Siria e con tutti gli altri Paesi arabi del Medio Oriente e del Mediterraneo. Sotto due documenti (dal mio archivio) relativi all'Associazione parlamentare italo-siriana e a una missione politica unitaria a Damasco nel giugno del 1981. (a.s.)
Articolo connesso "Siria perché; il cerchio MENA" https://www.ildialogo.org/noguerra/NotizieCommenti_1491659855.htm