lunedì 10 giugno 2013

DE VULGARI INSOLENZA


 Al “Ristorante Corleone” nel centro storico della bellissima e civilissima città di Cracovia (patria del papa Giovanni Paolo II), dove presidiano l’entrata, a perenne richiamo degli allocchi, due manichini raffiguranti don Vito e un  killer.  Ovviamente, c’è anche  un menù infarcito di “spaghetti alla lupara”, “pappardelle alla Don Vito, ecc. ecc.


DE VULGARI INSOLENZA

La sconcertante vicenda del pub viennese “Don Panino” ha provocato la giusta indignazione di tanti  contro  quei paninari austriaci (o di altra nazionalità?) che hanno avuto il cattivo gusto di accostare nel loro menù mafiosesco i nomi delle vittime a quelli dei loro carnefici.
Reazione sacrosanta, ma, forse, non fino al punto di promuovere un’azione diplomatica per rimuovere quella sconcezza.  Giacché, il risultato potrebbe essere esattamente contrario allo scopo: quello cioè di procurare una pubblicità (indiretta) al pub in questione.  Immaginate, questa estate, quanta gente, trovandosi a Vienna, andrà a fare una visitina al famigerato locale!
La chiamano “provocazione”. In realtà si tratta di un volgare artifizio per attirare clienti che, certo, non va sottovalutato ma nemmeno ingigantito.
In primo luogo, il problema è di tipo culturale, comportamentale e soprattutto bassamente commerciale e riguarda non solo i gestori ma anche gli  avventori che frequentano tali locali.
Purtroppo, di tali sconcezze ve ne sono diverse in giro per il mondo come si po’ vedere da questo piccolo campionario di foto prese in alcune, rinomate città turistiche, anche molto lontane dalla Sicilia.
Come reagire? I modi possono essere tanti. Il più efficace credo sia quello di non procurare pubblicità indiretta (anche se indignata) e soprattutto di non mettere piede dentro un posto che ricorre a un marchio, così tragico e infamante, per fare cassetta. Per il resto, sarà responsabilità, morale e culturale, delle autorità di non concedere simili licenze che certo non fanno onore alle loro civilissime città.
Agostino Spataro

N.B. Le foto sono mie; non sono molto professionali ma in compenso sono esenti dai diritti del copyright. Perciò accontentatevi!









Questa è la  pizzeria “Il Padrino- Pizza club” ubicata nel centro storico di Eger (antica città ungherese,  di grande  richiamo turistico. Un marchio, una garanzia. Qui le pizze sono proposte secondo il canone  mafioso. 









Questa è la vetrina del “Soho London” di Budapest ispirato al “Padrino” dove, con 699 fiorini (meno di 3 euro), ti danno una pizza al “padrino”. Mi dicono “immangiabile”.



Qui, invece, siamo a Calafate, (Argentina) nella Patagonia meridionale, in una regione estrema chiamata “Fine del mondo”, nelle cui vicinanze, scendono dalle Ande i più grandi ghiacciai terrestri del Pianeta: il Perito Moreno, Uppsala, ecc.

Calafate è una piccola città di pionieri dell’industria turistica, con un grande avvenire davanti a se. Anche qui è arrivato “Don Corleone” con il suo drugstore piazzato sulla promenade del lago Argentino.  (a.s.)






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