|
Siculiana Marina, 2013. (foto mia) |
di Agostino Spataro
Sommario:
Il neoliberismo produce guerre, miserie e…migrazioni; Un sistema
esclusivo ossia escludente; I nuovi “filantropi” padroni del mondo;
L’emigrazione non è “Camel Adventure”; Il “caos funzionale”: esodo e mercato
del lavoro; Italia, un Paese in svendita; L' ordine delle
multinazionali; Una globalizzazione della sinistra; C'è bisogno di comunismo.
1… Il neo liberismo
produce guerre, miserie e migrazioni irregolari
Se il mondo fosse più giusto e solidale dovrebbe
riconoscere, e attuare, come primo diritto umano quello di non- emigrare ossia non
costringere gli uomini e le donne del Pianeta ad abbandonare la propria casa,
la propria terra in cerca di un lavoro, di una vita migliore.
Ovviamente, c’è anche un diritto di emigrare per chi desidera spostarsi liberamente. Ma per scelta non per costrizione. Purtroppo così non
è.
La gente continua a emigrare per costrizione, quasi sempre
dal Sud verso il Nord.
Così è sempre stato, potrebbe dire qualcuno. Una verità
parziale spesso usata come alibi per non affrontare il dramma attuale. Prima di
appellarsi ai comportamenti primordiali, questo signor “qualcuno” dovrebbe domandarsi
perché, oggi, ci sono tanta miseria, tanti conflitti micidiali che affliggono le
medesime regioni del mondo dove si cumulano cause antiche e recenti che non si
possono spiegare tutte, e sempre, con il colonialismo finito da 60 anni: il
tempo di tre generazioni in cui si potevano cambiare tutti i meccanismi di
dipendenza e conquistare la piena sovranità dei popoli soggiogati. Invece, la
gran parte delle nuove classi dominanti nazionali su tali dipendenze si sono
adagiate.
Un aspetto inquietante questo sul quale quasi nessuno mette
l’accento per non svelare al mondo che i Paesi del terzo/quarto mondo sono
dominati da dittatori, da nemici interni, talvolta più avidi e spregiudicati di
quelli esterni!
Soprattutto, bisognerebbe domandarsi perché gran parte della
ricchezza continua ad accentrarsi nelle mani di ristretti oligarchie finanziarie,
mentre il resto dell’umanità è appeso a una scala sociale, precaria e
degradante, che va dal reddito medio fino all’inferno della miseria e della
fame. Si punta al livellamento verso il punto più basso!
2… Un sistema
esclusivo ossia escludente
L’altro fattore di cui non si parla è l’incidenza della la
popolazione mondiale attuale (7, 2 miliardi (mld) d’individui), che è triplicata
rispetto a quella del 1950 e marcia, spedita, verso gli oltre 10 miliardi nel
2050. Si capirà che a questi 7,2 mld di persone umane bisognerà assicurare, ogni
santo giorno, non l’elemosina, gli scarti delle discariche a cielo aperto, ma
un minimo vitale ossia una quantità di risorse e di beni necessari per rendere
la loro vita degna di essere vissuta.
Questo non sta avvenendo: il neoliberismo produce ricchezze
scandalose per pochi e nuove povertà per molti. Esattamente il contrario di ciò
che sarebbe necessario per garantire la convivenza pacifica.
Oggi, tutto è affidato al “dio mercato”, all’accentramento
apicale dei beni. Il sistema è divenuto più esclusivo, leggasi escludente, e
foriero di macroscopiche ingiustizie e di conflitti insanabili e crudeli. Da
qui, anche, la ripresa dei flussi migratori.
Il problema è sempre lo stesso: mancano una politica
demografica razionale, basata su un rigido controllo delle nascite e un’equa
distribuzione delle risorse, della ricchezza prodotte sul Pianeta.
Di fronte a tali scenari, non sappiamo far altro che
“piangere”. Tutti piangono. Si piange a sinistra, si piange perfino a destra. Si
commuovono anche i soci dei club più esclusivi di miliardari, i loro media, le
menti prezzolate dei salotti televisivi e d’altro tipo, i venditori di armi
micidiali e i fabbricanti di benzine, gli speculatori di ogni razza. Lacrime di
coccodrillo, ovviamente. Poiché questa gente, che per il profitto venderebbero
anche le loro madri, in pubblico piangono per i dannati della Terra, per i
poveri esodati, imprigionati, annegati, violentati, in privato spartiscono,
accumulano i guadagni. Taluni, dopo avere incendiato il mondo, s’improvvisano
addirittura “filantropi” e vorrebbero combattere le ingiustizie, le
disuguaglianze, da loro stessi provocate.
Solo pianti. Mai un’idea, una proposta per rimuovere le vere
cause delle migrazioni e per cambiare lo stato di cose presenti. Insomma, la
commozione del pensiero che tutto confonde, invece che l’analisi lucida,
razionale per dare un assetto più giusto ai popoli del mondo, e in primo luogo,
per garantire alle persone il diritto di non-emigrare.
3… I nuovi “filantropi”
padroni del mondo
Questi “filantropi”sanno perfettamente che ogni milione o
miliardo da loro accumulato è un frutto insanguinato di sfruttamenti bestiali,
anche di bambini, del terzo e quarto mondo, di terribili ingerenze, alcune
benedette come “umanitarie” da Papi e dalla stessa Onu che predicano la pace.
Dopo le guerre (alcune ancora in corso), arrivano i
programmi, i bulldozer, i mercenari per l’accaparramento delle risorse insistenti
in quei martoriati Paesi; dove sembra si sia passati dall’età del fuoco all’età
dell’uranio, del petrolio, del rame, del litio, dei diamanti, ecc. ecc. Attenzione! Lor signori sono incontenibili, si stanno
impadronendo di tutto, anche della terra, dell’acqua, delle foreste… Domani,
chissà, anche dell’aria malsana che respiriamo.
I popoli di questi Paesi non sono padroni di nulla. La loro
vita, la loro economia, il loro futuro dipendono dalle grandi multinazionali
occidentali ma anche orientali. Cina “comunista” in testa.
In queste dannate condizioni ai giovani di questi Paesi, soprattutto
quelli che se lo possono permettere, non resta che emigrare, scappare.
E così i filantropi miliardari preferiscono mettere
l’accento sul “diritto all’emigrazione” e mai su quello, più naturale e
sacrosanto, a “non-emigrare”.
Un diritto primario che deve garantire a ogni uomo a ogni
donna la possibilità di vivere e di lavorare nel luogo di nascita o negli
immediati dintorni. In quel luogo sacralizzato che gli antichi chiamavano
ecumene.
4… L’emigrazione non
è “Camel Adventure”
Il diritto a non emigrare, cui, recentemente, ha accennato anche
“l’altro Papa”, Joseph Aloisius Ratzinger, é il primo diritto umano che nessuno
rispetta. Con un piccolo sforzo d’immedesimazione, anche chi non é stato toccato
da tale bisogno potrebbe capire che a nessuno piace emigrare, abbandonare la
famiglia, i luoghi dell’infanzia, i ricordi, gli amori, le tradizioni, gli
odori, i sapore dei paesi natii per trasferirsi, in condizioni terribili,
tragiche, in un posto ignoto, presso genti di altra cultura, spesso ostili.
A qualsiasi latitudine, l’emigrazione non è mai stata, non è
turismo simulato del tipo “Camel adventure” o una crociera nel Mediterraneo.
No. E’ un dramma umano, sociale che può provocare conseguenze indelebili sugli
individui e sulle comunità d’origine.
Non voglio intenerirvi, solo per far capire da dove nasce il
mio ragionamento, dico che la mia famiglia, come tantissime altre della Sicilia
e del Meridione, non hanno visto in televisione questo dramma (spesso
spettacolarizzato oltre il bisogno), ma l'hanno vissuto sulla loro pelle.
E continuiamo a viverlo, in qualche misura: ci sentiamo dei
“senza famiglia” pur avendo una caterva di parenti (circa il 90%)… All’estero,
però. A volte, mi capita di cercarli nel sogno…
E il dramma continua in Sicilia e in altre regioni che,
storicamente, hanno pagato un prezzo altissimo all’emigrazione.
Oggi, nel 2017, dalla sola città di Palermo emigrano 1.000
(diconsi mille) giovani al mese!
Spero si comprenda la disperata gravità di questo dato!
Tutti ragazzi ben istruiti, qualificati che vanno ad
arricchire i Paesi d’oltreoceano, del centro e dell’est europei. Se ne
incontrano tantissimi perfino in Ungheria, in Bulgaria, in Polonia, ecc..
Insomma, esportiamo giovani qualificati e importiamo
immigrati da impiegare, da sottoporre a forme di vera e propria moderna
schiavitù. Per questi nessuno piange, si commuove! Anzi si chiudono entrambi
gli occhi per favorirne lo sfruttamento. Vedremo perché.
Ovviamente, sappiamo che vi sono tante persone in buona fede
o che per ragioni di fede si accodano all’attuale “pensiero unico” sulle
migrazioni. Con queste persone bisogna dialogare per cercare insieme le vere
cause del fenomeno e cooperare per lenire le sofferenze di chi è incappato nelle
maglie di speculatori e di sfruttatori venali e senza scrupoli.
Ma non si possono, certo, accettare le lezioncine di pietismo,
a dir poco, interessato di personaggi equivoci e di sociologi prezzolati e/o allucinati
dai bagliori di una consulenza governativa o di una smagliante poltrona nel
salotto buono di una Tv codina.
5…Il “caos
funzionale”: esodo e mercato del lavoro
Oggi, viviamo intrappolati
dentro una sorta di “Caos funzionale” creato ad arte da potentissime
associazioni d'interessi finanziari ed economici neo-liberiste, note o coperte,
che stanno ristrutturando l'economia e la geo-politica mondiali in loro favore;
a danno della qualità della vita del Pianeta e di di miliardi di uomini e di
donne sempre più esclusi dal benessere e dai diritti.
Una “bolla” destabilizzante alimentata da conflitti di varia
specie e portata: dalle guerre di religione a
quelle tribali, dal disordine monetario al terrore, ai terrorismi,
ecc.
Purtroppo, anche l'immigrazione clandestina o, se si
preferisce, de-regolata, é oggi usata come leva importante di questo piano, perfido
e distruttore.
Si vorrebbe “esportare”, forzatamente, il terzo mondo nel
primo per realizzare due obiettivi essenziali:
1) favorire l’esodo delle
nuove generazioni acculturate, perché temute come potenziali nemici dei loro
disegni di rapina;
2) usare gli
immigrati (a nero) per scardinare il mercato del lavoro, indebolire,
distruggere le conquiste sociali, contrattuali dei lavoratori del "primo
mondo" ossia d'Europa, Nord America, ecc.
Ora -parliamoci chiaro- visto che nel
“primo mondo” preferiamo allevare cani e gatti invece che figli, l’immigrazione
si è resa necessaria, ma i flussi vanno regolati con accordi, bilaterali e
multilaterali, in base ai quali agli immigrati (regolari) devono essere
riconosciuti tutti i diritti contrattuali, secondo le leggi vigenti.
Ma proprio questo non vogliono i grandi potentati (di cui
sopra) i quali preferiscono l’immigrazione
clandestina per usare, trasformare gli immigrati nei nuovi schiavi del
21° secolo.
Stranamente, vediamo i grandi oligarchi (del tipo Soros)- di
fatto- “lottare” insieme a gruppi della sinistra più o meno radicale per la
difesa del meccanismo di migrazione clandestina, per poi magari indignarsi per
lo sfruttamento disumano dei migranti occupati presso le medie e piccole
imprese o rinchiusi nella miriade di centri d’accoglienza. Non si capisce il
senso di tale connubio.
Per tradizione, la sinistra, italiana e mondiale, non vuole
schiavi ma lavoratori tutelati nella loro dignità e nei loro diritti (e, anche,
nei loro doveri) derivati dalla nostra Costituzione e dalla legislazione
repubblicane.
La sinistra non vuole lavoro nero né de-localizzazioni delle nostre industrie.
Troppo comodo per i de-localizzatori: guadagni alle stelle e disoccupazione di
massa scaricata sulle casse dello Stato e sulla società italiana.
6 … Italia, un Paese
in svendita
I nostri giovani devono poter trovare lavoro in Italia
presso i nostri stabilimenti, i nostri sistemi di servizi e di amministrazione.
Purtroppo, l’Italia é un Paese in svendita e pertanto luogo
prelibato per attrarre grandi capitali internazionali (i soliti noti + i nuovi
potentati arabi e estremo orientali), alla ricerca del massimo profitto. Per creare
un "clima adatto" (investitionklima)
a tali investimenti, si pretende la modifica della nostra Costituzione (troppo
popolare e democratica) e della legislazione sul lavoro, sulle pensioni frutto
di sacrifici e di lotte lunghe e memorabili della classe operaia e dei
lavoratori italiani e accordi commerciali internazionali che potrebbero
distruggere le nostre economie (agricole e industriali, il tessuto delle
piccole aziende, ecc) e perfino la nostra sovranità statuale e legislativa.
Nemmeno l’impero Romano (una delle prime globalizzazioni) giunse a tanta alterigia nei confronti deipopoli occupati!
Lor signori preferiscono il lavoro nero, sempre più nero,
l'evasione fiscale e contributiva. L'Inps
del signor Boeri, che ama sollazzarsi con i giochetti della politica invece che
con i conti dell’Istituto, é in
preda a una situazione debitoria senza precedenti, in primo luogo perché non si
registrano risultati apprezzabili nella “lotta” all'evasione contributiva e
perché il lavoro nero dilaga e coinvolge lavoratori italiani e stranieri
soprattutto irregolari.
Da ciò anche i pruriti di certi “grandi vecchi”
dell’economia e della finanza internazionali che vedono nell’allungamento delle
speranze di vita dei lavoratori (non delle loro) un pericolo serio per la
tenuta dei conti pubblici, della previdenza sociale.
Questi individui, taluni per altro ultraottantenni e
religiosissimi, hanno iniziato un gioco sporco, vile che indica nei vecchi
pensionati, nei padri e nei nonni, i nemici dei giovani, i responsabili della
crisi degli istituti previdenziali. Vivono troppo a lungo, secondo la signora Christine
Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale. E
quindi…bisognerà da un lato alzare l’età pensionabile e dall’altro lato erogare
meno medicine, meno servizi sanitari.
Insomma, per risolvere il “problema”, si punta
sulla morte (anticipata) degli esseri umani. Qualcosa di orrendo che ricorda
talune teorie e pratiche del nazismo.
“ Per liberare risorse” che andranno ad alimentare il “ciclo
infernale” nel quale sembra essere entrata l’umanità di questo inizio secolo,
per finanziare nuovi conflitti che nutrono il mercato sporco delle armi e
producono profughi, milioni e milioni di profughi, veri o presunti, miseria e
malattie e flussi di migrazioni irregolari che sono una manna per speculatori
di lì e di qua.
7… L'ordine
delle multinazionali
In realtà, é in atto un vero rivolgimento, una regressione di segno neoliberista che mira a
far arretrare, ad azzerare il patrimonio di conquiste democratiche e sociali costruito
nell'ultimo mezzo secolo. Si vogliono riprendere tutto!
Certuni, anche a “sinistra”, accettano, rassegnati o conniventi, tale tendenza
perché - dicono- “questa è la globalizzazione”, quasi che questa fosse un
fenomeno neutro, ineluttabile e, soprattutto, ometteno di specificare che
trattasi di un “nuovo ordine” ideato e dominato dalle grandi oligarchie
finanziarie d’Occidente e d’Oriente.
Il mondo moderno ha
visto altre “globalizzazioni” capitaliste, colonialiste e/o neocolonialiste che
i popoli oppressi, la sinistra (marxista specifico), le forze nazionaliste più
sane hanno combattuto!
Oggi, invece, non si
capisce se e chi, in Italia e altrove, difende veramente lavoratori sotto
attacco.
Una sinistra di classe (della vecchia e della nuova classe in formazione)
dovrebbe riflettere e trovare una sintesi politica e ideologica, nuove forme di
aggregazione in sintonia con le innovazioni sociali e tecnologiche e quindi agire
di conseguenza. Perché- cari tutti- la classe non è acqua ma sangue che
ribolle.
Non è vero che le ideologie, le classi sociali sono state tutte
superate con l’avvento del dio-mercato. Semmai è stato modificato il vecchio equilibrio a favore di una sola
classe, di una sola ideologia ossia quelle delle oligarchie capitalistiche,
vincitrici e uniche dominatrici,
cui non si contrappongono, validamente,
quelle di una sinistra impellicciata o vittima della “sindrome di Stoccolma”
ossia attratta e succube del fascino dei suoi distruttori.
Una sinistra dispersa, confusa che non riesce a esprimere un
credibile progetto alternativo e mobilitante. Questo è- a mio parere- il punto
politico, il nodo principale da sciogliere.
8… Una globalizzazione della sinistra
Perciò, bisogna ricominciare a pensare e a lottare.
Intanto, per difendere, una per una, le conquiste sociali e civili conseguite. Si
può fare, senza estremismi gratuiti, senza facce coperte, senza spaventare la
gente (potenzialmente alleata), senza fughe in avanti e sempre nel rispetto dei
principi democratici della nostra Costituzione che abbiamo difeso con il voto
referendario.
A mio parere, sono anche necessari un nuovo pensiero della
sinistra, nazionale internazionale, e nuove organizzazioni politiche e
sindacali, per un'alleanza mondiale di tutti i lavoratori, emigrati e
stanziali, dei disoccupati e dei giovani in cerca di prima occupazione.
Insomma, alla globalizzazione
neoliberista bisogna contrapporre una globalizzazione della sinistra, dei
movimenti anticapitalisti, umanitari (anche di sana ispirazione religiosa) che
realizzi nelle aree più sviluppate l’unità fra lavoratori nazionali e immigrati
regolari e che guardi ai popoli dell'Asia, dell'Africa, dell'America Latina con
uno spirito di solidarietà militante, per creare un fronte comune di lotta al
neoliberismo selvaggio; per la loro, e per la nostra, libertà.
Il mondo è uno solo, è abitato da una sola razza: quella umana!
Il terreno del confronto ha superato i confini degli Stati. L’invocazione all’unità
mondiale di classe di Karl Marx, oggi riacquista un significato di dignità e di
speranza, per un mondo nuovo, giusto, umano, per salvare la vita del Pianeta, la Natura e tutti i suoi
abitanti. Oggi tali, delicati equilibri sono seriamente compromessi, rischiano
d’implodere o di esplodere, fate voi. Il futuro dell’umanità è assai incerto.
9... C'è bisogno di comunismo
Noi che abbiamo vissuto la vita lottando contro le ingiustizie e le prepotenze, nonostante gli errori
e i limiti dell’esperienza “statalista” dell’Urss e dei Paesi
socialisti, pensiamo che solo il
comunismo, quello autentico mai sperimentato, solidario, pacifista, possa salvare la
Terra e l’umanità dal disastro verso cui stanno correndo. La
missione del comunismo, per sua natura egualitario e generoso, mira a esaltare la concezione laica del progresso inteso come bene comune. Una missione che mira a salvare, redimendola, l’intera umanità, compresi i suoi acerrimi, attuali nemici. Una concezione superiore, quasi evangelica, che non
cerca la vendetta, né il dominio, ma la pace fra gli uomini e l’armonia fra questi
e la Natura, il
benessere, la libertà e la felicità condivisi.
Utopia o profezia? Solo un'umilissima opinione di una persona che sa di trovarsi più di là che di qua. Può
darsi un'infatuazione, un’illusione senile. Anche se credo che l’uomo senza utopie, senza speranza sia
costretto a strisciare, triste e rassegnato, come un verme solitario e allucinato.
(Agostino Spataro)
Joppolo Giancaxio, 4 settembre 2017
Articoli connessi:
http://www.lavocedellisola.it/2016/04/immigrazione-chiudere-col-soccorso-mare-avviare-politica-cooperazione/