La “trappola” di Feltri
L’ITALIA SI SALVA TUTTA INTERA O NON SI SALVA
di Agostino Spataro *
1… Per quanto sgradevoli e irricevibili le frasi offensive
di Vittorio Feltri nei confronti dei meridionali, ritengo che siano state usate
non per colpire i meridionali (che orgogliosi della nostra storia e cultura le re-inviamo
al mittente) quanto per lanciare un assist a chi desidera un riequilibrio
nell’ambito del centro destra.
A farne le spese sarà Matteo Salvini il quale, anche alla
luce della deludente gestione dell’epidemia di Covid 19 da parte della sua Lega
in tre regioni importanti del settentrione, è divenuto un po’ imbarazzante per i suoi alleati e in generale
per il contesto politico italiano.
Il direttore di Libero ci ha abituati a certe uscite dirompenti
e auto compiacenti- merce assai ricercata (e credo ben retribuita) nelle Tv
nostrane- tuttavia, da amico di Matteo Salvini, che pare l’abbia proposto,
addirittura, come prossimo presidente della Repubblica, non avrebbe dovuto
profferire quelle ingiurie contro i meridionali i cui voti sono doppiamente preziosi
per il “capitano” leghista: sul piano della contabilità elettorale (primo
partito) e su quello della legittimazione politica poiché quei voti allontanano
dalla Lega l’accusa (non infondata) di forza secessionista, destabilizzante
dell’unità nazionale.
Dopo tale sortita sarà difficile per Salvini continuare a
proporsi come leader del centro-destra e come futuro capo del governo italiano.
Gli ultimi sondaggi (per lui negativi) ne sono la riprova.
Per altro, un attacco così ingeneroso contro le popolazioni
meridionali, che tanti meriti possono vantare nei confronti del poderoso
sviluppo industriale del Nord, inietta nuovi veleni nelle vene infiacchite di
questa nostra Italia oggi in ginocchio. Non solo per effetto del Covid 19.
Da un certo tempo, la vediamo strattonata, contesa tra forze
oscure e retrive, italiane e straniere, che vorrebbero dividerla per distruggerla
e forze meno oscure che vorrebbero conservarla integra per offrirla, sfibrata e
indebitata, al lauto banchetto delle oligarchie finanziarie globalizzate.
Su per giù, lo stesso “destino” riservato all’Unione Europea,
con alcune varianti.
Una situazione assai critica, di pericoloso stallo da cui non
si riesce a fuoriuscire con un rinnovato slancio di creatività e di solidarietà
nazionale.
2… Di fatto, l’erompere sulla scena politica e mediatica di Vittorio
Feltri con il suo “razzismo tanto al chilo” sta complicando enormemente le cose
al partito di Salvini in preda all’esplosione della contraddizione, mai sanata,
della sua ipocrita politica unitaria.
Inoltre, tale attacco acuendo i rapporti Nord- Sud nel bel
mezzo di una epidemia che colpisce prevalentemente le regioni leghiste,
accresce il marasma sociale, il disorientamento e quindi rafforza il bisogno di
un nuovo governo autorevole e capace di traghettare il Paese fuori dalla crisi.
Un’ipotesi di cui da un certo tempo si discute e su cui si
lavora concretamente.
Ma per facilitare il nuovo “avvento” necessita una
maggioranza ampia e ben armonizzata nei programmi e nelle attribuzioni. In primis
è necessario un ri-equilibrio delle forze all’interno dello schieramento di
centro-destra, dove si nota (specie in casa F.I.) un certo fermento di
cordialità politica e di rinnovato senso di responsabilità nazionale.
Chiunque dovesse essere il “salvatore” avrà il duplice
compito di portare il Paese fuori da quest'agonica condizione e di assicurare
la conclusione naturale della legislatura alla quale tutti sono interessati:
chi per mettere al sicuro l’elezione del prossimo presidente della Repubblica e
chi, semplicemente, per vedersi prolungato il periodo dell’indennità.
Se questo, a grandi linee, é il quadro politico di
riferimento diventa sterile rispondere alle gratuite ingiurie di Feltri ricorrendo
a minacce separatiste, come propongono taluni “meridionalisti”. Sarebbe un errore gravissimo poiché si cadrebbe
nella sua trappola e si rafforzerebbe la tendenza antagonistica dei secessionismi
del Nord e del Sud.
Prospettiva catastrofica per l’Italia che la sinistra, l’insieme
delle forze democratiche, antifasciste italiane hanno il dovere di combattere,
per difendere e rafforzare l’unità del nostro Paese, all’insegna della libertà
e della solidarietà nazionale. Valori e principi, fondativi del Patto costituzionale,
cui devono ispirarsi le azioni, il pensiero delle forze progressiste.
Possibilmente, in autonomia rispetto ai “poteri forti” ,
italiani e stranieri, che ci sono e agiscono, ormai a viso aperto, a tutela dei
loro scandalosi interessi e a danno di quelli dei lavoratori italiani.
In questo momento non serve la divisione, occorre una grande
mobilitazione per l’unità delle masse lavoratrici del Nord e del Sud. Altre
strade sono molto avventurose.
L’Italia si salva tutta intera o non si salva!
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