di Agostino Spataro
1... Dal pozzo in cui mi trovo, angosciato e addolorato per le tragiche notizie che giungono dall’Ucraina vittima dell’aggressione russa, desidero esprimere alcune, umilissime opinioni sulla guerra e soprattutto sulle prospettive per uscirne, da intendere come contributo autonomo al più generale sforzo di pace e di riconciliazione fra i popoli europei. Sperando di non venire etichettato filo questo o filo l’altro, poiché tali affiliazioni spesso sono il risultato di uno stato d’angoscia esistenziale che dilania coloro che in effetti qualche filo lo hanno per davvero. Si è creata così, per scelta politica o, peggio, per servilismo volontario e/o di necessità, una specie di tela del ragno che vorrebbero estendere artatamente a quanti filo non hanno. Succede, quando si è in uno stato di disagio si cercano compagni di viaggio, complicità mirate a stabilire una sorta di livellamento al punto più basso. Forse, ritenendo che non ci possano essere persone, modeste o culturalmente altolocate, capaci di pensare con la propria testa. Come vuole l’esercizio della pratica democratica. Per fortuna della democrazia italiana ed europea, nonostante l’incessante battage mediatico, questa seconda categoria costituisce una maggioranza rilevante, anche se in gran parte silente, che i nostri governanti avrebbero il dovere di rispettare, di tenerne conto quando si apprestano ad assumere decisioni politiche gravi e vincolanti. Maggioranze di carta contro maggioranze di uomini e di donne che rifiutano l’invasione russa, ma anche altri tipi di aggressioni che si sono viste in Ucraina e in altre parti del mondo. E che soprattutto vogliono la fine dell’aggressione russa e l’inizio di un nuovo corso di convivenza pacifica fra tutte le etnie ucraine, nella sicurezza di tutti gli Stati della regione centro-orientale dell’Europa. Russia compresa.
3... In questo confuso contesto ciò che brilla per la sua fatale assenza è il ruolo politico dell’Onu che, a parte le attività umanitarie della sua agenzia per i rifugiati, non riesce, forse non vuole, ad esprimere una credibile iniziativa di pace. Un dovere istituzionale, direi. Che destino bizzarro quello dell’Onu: compiti istituzionali giganteschi per tutelare la pace nel mondo, ma- da troppo tempo- iniziative rachitiche, ininfluenti. Così come è ridotto a che cosa serve l’Onu? E’ questa una domanda sempre più stringente che molti si pongono, alla quale bisognerebbe dare una risposta convincente, alla luce dei nuovi equilibri e poteri affermatisi nel mondo. Il ruolo dell’Onu se non proprio rifondato va attualizzato (magari trasferendone la sede in un Paese neutrale), rendendolo più aderente alla nuova realtà globale uscita dalla “guerra fredda” e che oggi rischia di entrare in una “guerra calda” permanente, in uno stillicidio di conflitti pericolosi e umanamente inammissibili; in una spaventosa corsa al riarmo convenzionale e nucleare. E spaziale. Anche questo è un serio problema che la guerra in Ucraina evidenzia, drammaticamente. Un nodo per troppo tempo rinviato, accantonato dalle grandi potenze che siedono nel suo consiglio di sicurezza con diritto di veto. Un problema da affrontare e risolvere nella nuova cornice globale.
5... In sostanza, Malta non domandò di entrare nella Nato, ma proclamò la sua neutralità a salvaguardia della quale chiese una garanzia internazionale. Sull’onda di tali opzioni arrivò l’ingresso nella Unione Europea. Cosicché, oggi, Malta si ritrova ad essere un Paese militarmente neutrale e membro effettivo della U.E. Insomma, un doppio vantaggio: poiché, come l’esperienza dimostra, essere neutrali conviene! Vedi Svizzera, Austria, ecc. Perché no, l’Ucraina potrebbe essere come Malta, neutrale e membro attivo della U.E. Ovviamente, il contesto geo-politico è diverso, molto più complesso, e vi agiscono attori potenti e più competitivi, tuttavia la via della neutralità ucraina (che non vuol dire smilitarizzazione) sembra praticabile e proficua, specie se garantita, nelle forme possibili, dalla comunità internazionale. A iniziare dall’Onu. Se non abbiamo letto male (la trattativa è in itinere e bisogna andarci cauti nel tirare conclusioni) da parte ucraina si chiede in caso di violazione della sua neutralità, di applicare il meccanismo di difesa previsto dall’art. 5 del Trattato Nato (1) ossia una procedura specifica, tipica di un’alleanza militare che, in un certo senso, confligge con lo spirito di una dichiarazione di neutralità. Francamente, non si riesce a capire come si potrà, eventualmente, conciliare un obbligo così vincolante fra un paese neutrale e altri appartenenti a un’organizzazione militare (Nato) che dovrebbero garantirne la neutralità. Di fatto, il risultato sarebbe un protettorato più che una garanzia a tutela della neutralità.
Agostino Spataro
https://it.wikipedia.org/wiki/Agostino_Spataro
(Ioppolo Giancaxio, 1 aprile 2022)
Note: (1) Articolo 5 del trattato Nord Atlantico del nord (Nato)
Le parti convengono che un attacco armato contro una o
più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un
attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un
tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di
legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall'ari. 51 dello
Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate
intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre
parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza
armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico
settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in
conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio
di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza
avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la
sicurezza internazionali.
3) https://www.welfarenetwork.it/neutralita-garantita-per-l-ucraina-agostino-spataro-20220318/
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