Roma. Manifestazione popolare per la libertà della Palestina |
NOTE SULLA QUESTIONE PALESTINESE IN ITALIA
di Agostino Spataro*
1… L’Italia riconosca subito lo Stato palestinese
In questi anni, la gran parte dei governi del Pianeta hanno riconosciuto lo Stato palestinese. La stessa Unione Europea si sta muovendo in questa direzione. Già i governi
e i parlamenti di diversi paesi europei, fra cui Svezia, Inghilterra, Irlanda, Spagna, Francia, l'altro ieri, Grecia, hanno
riconosciuto lo Stato palestinese.
Solo il governo italiano si attarda, si defila, nicchia. E dire che avrebbe dovuto essere il primo a rioconoscere il diritto del popolo palestinese a uno Stato sovrano. Poichè fu il Parlamento italiano il primo del mondo occidentale a chiedere, nel 1982, a larga maggioranza, il riconoscimento dell’Olp diYasser Arafat.
Solo il governo italiano si attarda, si defila, nicchia. E dire che avrebbe dovuto essere il primo a rioconoscere il diritto del popolo palestinese a uno Stato sovrano. Poichè fu il Parlamento italiano il primo del mondo occidentale a chiedere, nel 1982, a larga maggioranza, il riconoscimento dell’Olp diYasser Arafat.
351 deputati appartenenti alle tre principali forze
politiche italiane (Dc, Pci, Psi), ma anche al Pdup, al partito radicale, alla
Sinistra Indipendente, ecc, chiedemmo al governo di riconoscere l’Olp come
unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese.
Oggi, persino un qualificato e folto gruppo d’intellettuali
israeliani (fra cui alcuni fra i più famosi scrittori e un premio Nobel) ed
esponenti della società civile chiedono ai Paesi europei di riconoscere, senza
indugi, lo Stato palestinese, guidato dal presidente Abu Mazen.
Anche l’on. Federica Mogherini, responsabile della Pesc
(politica estera UE), si è apertamente dichiarata per Gerusalemme capitale dei
due Stati: palestinese e israeliano.
Eppure il governo italiano rinvia, attende. Ma che cosa
attende? Forse la solita imbeccata d’oltreoceano?
2... Da 67 anni, il popolo palestinese aspetta di vedere
riconosciuta la sua legittima richiesta d’indipendenza nazionale,
dolorosamente provata da decenni di occupazione militare, di massacri, di
spoliazioni di beni, espulsioni,diaspore, distruzioni di abitazioni,
incarceramenti, sfruttamento della forza-lavoro, miseria, privazioni di ogni
sorta e persino tentativi di distruzione della identità culturale ed
etnica. Per non dire delle violazioni continue dello status giuridico e
pluri- confessionale di Gerusalemme.
Il popolo palestinese sta lottando per affermare il diritto
all’autodeterminazione, all’indipendenza che è un diritto umano fondamentale,
riconosciuto dalla Carta delle Nazioni Unite che autorizza perfino l’uso delle
armi per conquistarlo, e da tutte le persone giuste, di buon senso.
Purtroppo, solo al popolo palestinese non è stato
riconosciuto tale diritto. E questa mi sembra la più grave ingiustizia.
Mentre l’intero Terzo mondo si è liberato dal giogo
coloniale, dalle occupazioni straniere, sono sorti nuovi Stati (l’ultimo, il
Sud Sudan) e confederazioni di Stati, l’unico popolo al mondo a cui si continua
a negare il diritto alla sovranità nazionale è quello palestinese. Perché?
3… Due popoli, due Stati
Perciò, appare inaccettabile il comportamento dilatorio dei
governanti e dei dirigenti politici e parlamentari italiani che, per
altro,contrasta con il sentimento e la volontà della stragrande maggioranza del
popolo italiano che non ha mai contrapposto il riconoscimento dello Stato
palestinese al diritto all’esistenza dello Stato d’Israele.
“Due popoli, due Stati” questo è il principio risolutore,
assunto dall’Onu e dalla comunità internazionale, e su questo solco si deve
operare per una pronta soluzione del conflitto.
Subito. Prima che una nuova tragedia si abbatta su quelle
martoriate popolazioni, sullo stesso popolo israeliano. Per il bene di
entrambi, l’Europa, l'Italia devono riconoscere lo Stato palestinese e favorire
un processo di pace effettiva, garantita dall’Onu nelle forme più idonee, e di
cooperazione economica e culturale fra i due popoli nel quadro di un nuovo progetto di pace e di cooperazione nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, per favorire la nascita di un nuovo polo
dello sviluppo mondiale
Oggi, nonostante gli incerti scenari tracciati dalla
globalizzazione e i sanguinosi nuovi conflitti, provocati dalle ingerenze di
potenze e interessi extramediterranei, Europa e Mondo arabo si possono re-
incontrare per dare vita, in questo Mediterraneo di morte e di disperazione, a
un nuovo polo dello sviluppo mondiale e far rinascere la speranza di una
prosperità condivisa e sostenibile.
4... La pace è possibile e potrebbe essere propedeutica per l'avvio di una cooperazione, bilaterale e multilaterale, reciprocamente vantaggiosa, fra tutti i popoli rivieraschi del Mediterraneo, compreso Israele.
4... La pace è possibile e potrebbe essere propedeutica per l'avvio di una cooperazione, bilaterale e multilaterale, reciprocamente vantaggiosa, fra tutti i popoli rivieraschi del Mediterraneo, compreso Israele.
In quegli anni, l’Italia fu fra i primi Paesi a
manifestare una volontà largamente maggioritaria in favore del riconoscimento
dell'Olp, oggi non può essere l’ultimo a riconoscere lo Stato palestinese.
Eravamo, siamo convinti che risolvere, in via negoziale,
questo conflitto equivarrebbe a eliminare il più grave ostacolo sulla via della
convivenza pacifica fra arabi e israeliani e della cooperazione
economica, tecnica e culturale nel Mediterraneo e nel Medio Oriente.
Questa sembra l’unica via d'uscita possibile, onorevole
anche per combattere gli squilibri economici e sociali, i contrapposti
integralismi religiosi, per aiutare sul serio (non con la carità pelosa, con
l’assistenzialismo degenere e/o con le azioni armate) decine di milioni di
giovani inoccupati a rimanere nei propri Paesi e non- come da noi previsto
qualche tempo fa- (1) scappare verso l'Europa, alimentando l’abietto, e
lucroso, mercimonio delle migrazioni irregolari.
* ex deputato membro delle commissioni Affari Esteri e Difesa della Camera.
(1) http://www.amazon.it/Mediterraneo-Popoli-risorse-spazio-economico/dp/8826701792
(1) http://www.amazon.it/Mediterraneo-Popoli-risorse-spazio-economico/dp/8826701792
Per rinfrescare la memoria
A seguire, troverete un po’ di documentazione e di rassegna
stampa relative alle iniziative politiche e parlamentari che, unitariamente,
intraprendemmo alla Camera dei Deputati, nel triennio 1980-82, per indurre il
governo a riconoscere l’Olp di Yasser Arafat come legittimo rappresentante del
popolo palestinese.
Com’è noto, quella proposta fu approvata dalla Camera, ma il
governo- presieduto dal filo-atlantico e
antiarabo sen. Giovanni Spadolini- non volle dare seguito alla volontà maggioritaria
dei deputati. E, così, dopo 35
anni, siamo ancora a chiedere quel che si poteva, si doveva fare allora e non
fu fatto.
La petizione parlamentare (presentata il 30 giugno 1982) fu
promossa da un gruppo di deputati solidali con la giusta causa palestinese, a seguito di una memorabile visita nei campi
profughi del Libano e di colloqui con i principali esponenti palestinesi e con
le più alte autorità libanesi nelle persone di: Agostino Spataro e Antonio Rubbi per il Pci,
Giuliano Silvestri e Francesco Lussignoli per la Dc, Guido Alberini e Michele Achilli per il Psi,
Aldo Ajello per il partito radicale, Eliseo Milani per il Pdup, Marisa Galli
per la Sinistra
indipendente.
Detti parlamentari rappresentavano un vasto arco di forze democratiche:
dal PCI (fra i firmatari Enrico
Berlinguer, Giorgio Napolitano,
Alessandro Natta, Achille Occhetto, ecc.) al PDUP (Lucio Magri, Alfonso Gianni), al PSI di Bettino Craxi (fra cui Riccardo Lombardi, Francesco De Martino,
Giacomo Mancini, Loris Fortuna); dagli
Indipendenti di Sinistra (da Stefano
Rodotà a Luigi Spaventa) all’intero
gruppo parlamentare del Partito radicale (fra cui Emma Bonino e Leonardo Sciascia) ad ampi settori della Democrazia
Cristiana (fra cui Benigno
Zaccagnini e diversi esponenti delle correnti di sinistra e morotee).
GALLERIA DI FOTO
Da questa breve galleria di foto (prese da Google) si può avere un'idea dell'accoglienza ricevuta da Yasser Arafat ai massimi livelli istituzionali, politici e sindacali italiani e vaticani.
Incontro di calcio nazionale cantanti: Gianni Morandi, Yasser Arafat,
il presidente Carlo Azeglio Ciampi, Michel Schumacher, Simon Peres.
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La questione palestinese ci univa: Bettino Craxi, Yasser Arafat e Enrico Berlinguer |
Giulio Andreotti, Ciriaco De Mita e Yasser Arafat |
Arafat ricevuto in Vaticano da Giovanni Paolo II |
Yasser Arafat e Silvio Berlusconi |
Yasser Arafat e Federica Mogherini |
Arafat ricevuto dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro |
Arafat a Roma, 1982. Da sin. Agostino Spataro, Giorgio Benvenuto, Pierre Carniti, Luciano Lama, Emo Egoli, Dario Valori, Yasser Arafat. |
DOCUMENTI E RASSEGNA STAMPA
Beirut- Arafat riceve nel suo bunker
la delegazione parlamentare italiana. Da sin. (partendo da Arafat e dalla sua guardia del
corpo) si riconoscono: Nemr Hammad, onn. Agostino
Spataro, Borri, Alfonso Gianni, Giuliano Silvestri, Giuseppe Giudice (Ansa). Di
fronte s’intravvedono gli onn. Eliseo Milani, Alessio Pasquini, Guido Alberini,
Giorgio Mondino, Aldo Ajello, ecc. ( foto da “Falestine- Al Thawra” del 7 marzo 1981)
La delegazione italiana a Tiro, dopo un attacco
israeliano. |
Articolo di Maurizio Chierici sul “Corriere della Sera” del 10 marzo 1981 |
Articolo de l'Unità del 9/7/1982 |
(Nota di aggiornamento di una precedente del dicembre 2014)
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