venerdì 18 settembre 2015

PROFUGHI: C' E' ANCHE UN' UNGHERIA SOLIDALE...

Budapest (30/8), profughi accampati nel sottopassaggio della stazione Keleti

Bud. (3/9)/Lezione di disegno: volontari unghresi intrattengono i bambini siriani

(3/9) Scene di vita da profughi

(3/9) Lezione di disegno

(3/9) "Questo l'ho fatto io"

(3/9) Migration Aid: rifornimento di acqua minerale

(3/9) "Concerto" di musica popolare ungherese

(3/9) Abdullah è contento: ha ricevuto un pacco di cetrioli e un orsetto di peluche

(30/8) Nel sottopassaggio

(3/9) Prima curiosità. Quest'uomo è un barbone magiaro (se ne vedono tanti a Budapest) che ha chiesto un rotolo di carta igienica al banco dell'associazione islamica di solidarietà. Gli è stato rifiutato perchè non era profugo. Evidentemente, la signorina non ha riconosciuto al barbone il diritto di essere "profugo in patria".

(3/9) Donne velate nel sottopassaggio

(3/9) Si ricaricano i telefonini

Bud. (1/9) Seconda curiosità. Ho notato questa donna orientale, elegantemente vestita, aggirarsi ai bordi della massa di profughi  all'interno della stazione dove eravamo bloccati dalla polizia che aveva chiuso tutte le entrate. Le ho chiesto se fosse profuga. Mi ha risposto con questo sorriso enigmatico...

Terza curiosità. Questa lapide, contenente una  "sura" del Corano, è attaccata alla parete centrale interna della chiesa di San Bertalan a Pecs (Ungheria). La chiesa ha conservato la forma della moschea "Pashà Ghazi Kassim" che fu edificata dai turchi occupanti sopra una chiesa medievale cristiana dedicata, appunto, a San Bertalan. Un esempio eclatante di rispetto per l'altro, anche se ocupante, che non trova eguali in altra chiesa cristiana, tantomeno in una moschea islamica.
(1/9) Profughi che pressano per entrare in stazione.

(1/9) La polizia contiene il flusso dei profughi verso i binari.

(30/8) Famiglia di siriani prende un gelato in una via adiacente alla stazione Keleti.

(1/9) Assalto al treno per Vienna
(1/9) I profughi costretti a scendere dal treno per Vienna

(1/9) Keleti (interno), donna siriana che cambia il pannolino al figlio

(1/9) ore 9,00. Chiusura della stazione Keleti. Iinsieme alla massa dei profughi restiamo intrappolati (c'era anche Elena) per due ore dentro la stazione. Finalmente, (dopo 35 anni di fedele iscrizione) mi è servito il tesserino di giornalista che mi ha consentito di girare fra i profughi, di parlare con loro e prendere qualche foto. La stazione era controllata da vari reparti di polizia in assetto antisommossa che hanno agito responsabilmente, con spirito di comprensione. Infatti, in quel gran trambusto non c'è stato nemmeno un ferito.

(1/9) Famiglia siriana

(1/9) Piazzale Keleti: migliai di profughi chiedono di partire

(1/9) Altra veduta dell'assembramento davanti la stazione

(1/9) Keleti svuotata. Nessun treno partirà per l'Europa occidentale.

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