PER VINCERE, LA SINISTRA NON HA BISOGNO DI UN SALVINI IN GONNELLA
In Danimarca trionfano (con il 25% !) i
socialdemocratici con la linea dura sull’immigrazione.
di Agostino Spataro
1… Fa (farà) discutere la vittoria della socialdemocratica danese
Mette Frederiksen
che con il 25% dei voti si assicura la maggioranza
assoluta dei seggi in Parlamento. E la chiamano democrazia!
Infatti, questo voto se da
un lato conferma l’esistenza, piuttosto diffusa anche nei civilissimi Paesi
scandinavi, di preoccupazioni, paure
derivate dai flussi d’immigrazione irregolare, dall’altro lato evidenzia una
tentazione demagogica che potrebbe essere cavalcata da certa “sinistra” convinta che per
vincere bisogna emulare l’operato delle forze conservatrici di destra e perfino
xenofobe.
Il voto danese ingloba una contraddizione evidente che
oscura la vittoria della Mette che per compensare la cavalcata sull'immigrazione ha infarcito il suo programma con giuste proposte a
tutela dei diritti sociali dei cittadini, specie delle fasce medio/basse.
Storicamente, sul tema delle migrazioni la sinistra europea
(in senso ampio: dai comunisti ai socialdemocratiche, a talune forze
progressiste cattoliche), ha avuto posizioni di apertura nel rispetto dei
principi, morali e costituzionali, della solidarietà e della legalità.
Due concetti che vanno di pari passo, abbinati a ogni
politica seria sull’immigrazione.
Il nostro problema era quello di riuscire a far convivere
legalità con solidarietà. In genere, ci siamo riusciti, in Italia e altrove.
Ovviamente, nessuno si é scandalizzato, in situazioni di effettiva emergenza, per qualche caso d’immissione clandestina o irregolare. Purché la clandestinità non diventi la regola e l’ingresso legale un’eccezione. Come è accaduto in questi ultimi anni nei quali si sono riversati in Europa flussi consistenti d’immigrati irregolari, per il tramite di un sistema ben rodato e gestito, prevalentemente, da schiavisti africani e da speculatori nostrani.
Questo è il nodo politico principale da sciogliere, anche mediante
trattati, bilaterali e multilaterali ( qui il ruolo dell’Unione Europea é essenziale) di
emigrazione, basati su programmi compatibili con le risorse e con le esigenze di ambo le parti e su politiche di vera accoglienza dei lavoratori stranieri
ai quali vanno garantiti diritti e spettanze uguali a quelli dei lavoratori
italiani/europei.
Se tali garanzie non si potranno offrire è preferibile contenere
le spinte migratorie poiché invece di lavoratori avremo schiavi, persone
disperate che andranno a finire dritti nelle mani del malaffare.
2… Non voglio farla lunga. Su tale complessa materia ho
scritto diversi articoli e un libro “Immigrazione, la moderna schiavitù”(del
2018), nel quale ho cercato d’illustrare, di recuperare per tempo, adeguandolo
alla drammatica attualità, un patrimonio di posizioni politiche, di proposte di
legge (soprattutto del Pci) che va ovviamente aggiornato.
Un punto di vista di sinistra sull’immigrazione che capi e
capetti dei partiti delle formazioni attuali, specie del PD, sembrano aver
dimenticato per accodarsi a politiche, a disegni globalisti poco chiari, che
hanno portato la sinistra alla sconfitta e Salvini al trionfo.
Un bel risultato, davvero, che, oltre a indebolire la
sinistra, non aiuta gli immigrati e quelle organizzazioni sinceramente
umanitarie che si prodigano per la loro salvezza ed accoglienza.
Tuttavia, la vittoria della Frederiksen non deve essere dileggiata,
come taluni stanno facendo, ma valutata, soppesata con senso di responsabilità
e di equilibrio e con la volontà di cambiare quel che c’è di errato nei
comportamenti della sinistra italiana.
Come si evince anche dai risultati (incoraggianti) della
recente tornata elettorale amministrativa di ieri, la sinistra, intesa come raggruppamento
alternativo al centro destra, può tornare a vincere in Italia e in Europa. E per farlo non c’è bisogno di un Salvini in
gonnella.
Semmai, la vittoria della socialdemocrazia danese suggerisce
di effettuare le necessarie correzioni di linea e rilanciare una vera politica
umanitaria a favore degli immigrati regolari, senza trascurare le realtà
difficili dei lavoratori e dei disoccupati, dei “disperati” italiani.
In un contesto di legalità e di solidarietà non c’è contrasto d’interessi fra
lavoratori italiani e lavoratori immigrati che, anzi, possono, debbono lottare
insieme per la difesa dei loro diritti.
3… D’altra parte, non siamo nati ieri (come certi
avventurieri della politica), ma abbiamo una storia antica e degna. Non abbiamo
mai improvvisato, ma analizzato la realtà, dibattuto democraticamente e lottato per migliorare le condizioni del mondo del lavoro, elaborato e proposto idee e programmi mirati a
tutelare, sempre, la dignità dei lavoratori.
Anche nel campo specifico delle politiche migratorie abbiamo coniugato la tutela degli emigrati italiani nel mondo (che sono
tantissimi e che continuano a lasciare l’Italia) con quella degli immigrati in Italia.
Un patrimonio politico e culturale ancora valido da cui
trarre ispirazione e forza per aggiornare e adeguare le nostre politiche in
tali campi.
A quel tempo, parlo dei primi anno ’80, le nostre proposte di
legge non passarono per l’opposizione dei governi e dei ceti imprenditoriali
che non volevano immigrati regolari, ma braccia da sfruttare a basso costo, a
nero. Esattamente quello che è avvenuto dagli inizi del nuovo secolo ad oggi. Anche
grazie alla responsabilità del principale partito di “sinistra” (al governo)
che, di fatto, ha avallato, tali,
ingiuste pretese.
Su tale drammatico aspetto della nostra vita nazionale è
auspicabile che i cambiamenti avvenuti ai vertici della CGIL e del PD possano favorire
una seria riflessione nell’ambito dello schieramento della sinistra, mirata a
correggere gli errori e a proporre una linea nuova, fondata sui principi
dell’accoglienza nella solidarietà e nella legalità.
Tutto ciò è possibile. Basta volerlo. Il nostro obiettivo è
la solidarietà nel rispetto della legalità. Restando umani. Senza attendere che
un’altra/o Frederiksen possa portare alla vittoria la sinistra mediante politiche
di destra.
(10/6/2019)
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