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Beirut 5 marzo 1981- Yasser Arafat riceve nel suo bunker i membri della delegazione parlamentare italiana. A sin. di Arafat: Nemer Hammad e (fra gli altri) gli onn. Spataro, Borri, Gianni, Silvestri (foto da un quotidiano libanese)
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Nota riassuntiva delle dichiarazioni rese al dott. Gentili della Procura della Repubblica di Bologna. (dal mio archivio)
"La delegazione, in missione in Libano, incontrò Abu Ayad il 5 marzo 1981. Era guidata dall’on. Giuliano Silvestri (Dc) ed era composta da Andrea Borri e Francesco Lussignoli (Dc), Guido Alberini e Giorgio Mondino (Psi), Agostino Spataro e Alessio Pasquini (Pci), Aldo Ajello (Partito radicale), Eliseo Milano e Alfonso Gianni (Psiup). Al seguito della delegazione parlamentare, vi erano quattro giornalisti: Igor Man (La Stampa), Maurizio Chierici (Il Corriere della Sera), Domenico Del Giudice (Ansa) e Vincenzo Mussa (Famiglia Cristiana). All’epoca, presidente della Commissione Esteri della Camera era l’on. Giulio Andreotti"
..."Ai primi di marzo del 1981, la “pista libanese” riprese nuovo impulso a seguito della visita a Beirut di una delegazione di parlamentari italiani , ai quali Salah KHALAF (alias Abu Ayad ndr) dichiarò di aver fornito alle autorità italiane elementi di prova sulla responsabilità dei neofascisti che si addestravano in Libano.
Al rientro dalla visita in Libano, alcuni parlamentari facenti parte della delegazione riferivano alla stampa il contenuto del colloquio avuto con l’esponente palestinese e l’intera stampa nazionale diffondeva, pertanto, la notizia.
Il 7 marzo 1981, quale diretta conseguenza di queste dichiarazioni, il giudice istruttore richiedeva al SISDE di riferire se rispondeva al vero che il Servizio era stato contattato dall’OLP nei termini riferiti dai parlamentari e, ovviamente, il 25 marzo 1981 il SISDE asseriva di non aver avuto contatti con l’OLP "...
(fonte: documentazione Commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin)
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