martedì 2 aprile 2013

A ISLA NEGRA, AL CAPEZZALE DELLA TOMBA DI NERUDA

Viaggiando per il Cile ho voluto visitare le tre case di Pablo Neruda: la "Chascona" a Santiago, la "Sebastiana " a Vigna del Mar e la villa "delle polene" a Isla Negra.
In questa ultima mi sono fermato a riposare al capezzale della tomba-letto del Poeta e della sua compagna Matilde Urritia che vollero essere sepolti lì, di fronte all'oceano infinito, dove Neruda cantò la loro passione  travolgente, clandestina: "E lì il nostro amore fu la torre invisibile che trema nel fumo".
Confesso che quella a Isla Negra è stata la visita più intima, l'incontro più commovente con il Cile profondo della lotta per la libertà, per il socialismo, per il progresso pacifico dell'umanità.
 Ho scritto questo ricordo perchè, oggi, ho appreso che il corpo del Poeta sarà riesumato per accertamenti giudiziari. Non so che dire. La motivazione è giusta, ma credo che l'illustre coppia non gradirà questa intrusione. (a.s.)

Dall'ode- testamento di Neruda:
Companeros, enterradme en Isla Negra, 
frente al mar que conozco, a cada àrea rugosa
de piedras y de olas que mis ojos perdidos non volveràn a ver...
que allì quiero dormir entre los pàrpados
del mar y de la tierra...
Abrid junto a mi  el hueco de la que amo, y un dia 
dejadla que otra vez me acompane en la tierra"
                      Pablo Neruda




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Martedì 2 aprile 2013

Pablo Neruda sarà riesumato. I misteri sulla morte del grande poeta

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Pablo Neruda, il grande poeta cileno, Premio Nobel per la Letteratura nel 1971, sarà riesumato. La richiesta fatta dai comunisti cileni nel 2011 è stata infatti accolta. Pablo Neruda morì il 23 settembre 1973, ufficialmente per un cancro alla prostata, ma fin da allora vennero alimentati numerosi dubbi e proposte ricostruzioni ben più inquietanti.

Il corpo di Pablo Neruda riposa a Isla Negra, a 100 chilometri da Santiago del Cile. La riesumazione e un esame autoptico permetteranno di scoprire se il grande poeta morì veramente per cause naturali oppure fu ucciso. Neruda morì esattamente dodici giorni dopo l’avvento al potere del dittatore Augusto Pinochet.
Aderì molto giovane al comunismo, ma solo nel 1945, a 41 anni, decise di prendere la tessera del partito. L’anno successivo Gabriel Gonzalez Videla, candidato alla presidente del Cile della Alianza Democratica (alleanza tra radicali, comunisti e democratici), gli affidò la direzione della sua campagna elettorale. Videla vinse, anche grazie al lavoro appassionato di Neruda, ma subito dopo il neo-presidente cambiò decisamente linea politica.
Dopo la brutale repressione di un gruppo di minatori che stavano scioperando nella regione di Bio Bio, Pablo Neruda –che era stato eletto senatore- pronunciò un durissimo discorso (6 gennaio 1948) contro il presidente Videla. Dopo quel discorso, in seguito ribattezzato “Yo acuso”, Neruda venne costretto all’esilio. Videla promulgò inoltre disposizioni che misero letteralmente fuori legge quello stesso Partito Comunista che lo aveva sostenuto.
Il poeta fu costretto dunque all’esilio e, nel suo peregrinare, giunse anche in Italia. Nel 1952 fu infatti ospite dell’intellettuale Edwin Cerio nella sua villa di Capri. Il soggiorno italiano di Pablo Neruda sarà poi raccontato con grande sensibilità nel film “Il Postino”, ultima opera di Massimo Troisi.
Poco dopo, con la caduta imminente del regime di Videla, Neruda tornò in patria e sostenne la prima candidatura a presidente di Salvador Allende. Passarono anni intensi, tra impegni letterari e intensi impegni politici. Nel 1970 Pablo Neruda venne indicato come uno dei candidati alla Presidenza della Repubblica. Neruda, che pure avrebbe ottenuto certamente un grande risultato, decise di ritirarsi dalla competizione per appoggiare nuovamente Salvador Allende, che venne eletto. L’11 settembre 1973 però un brutale colpo di Stato architettato dal generale Augusto Pinochet rovesciò la democrazia facendo piombare il Cile in una tetra e lunga dittatura. Salvador Allende venne ucciso.
Nei giorni successivi Pablo Neruda fu più volte oggetto di perquisizioni e vessazioni da parte del regime. In una di queste disse con grande dignità ai militari che stavano perquisendo la sua casa di Santiago “Guardatevi in giro, c’è una sola forma di pericolo per voi qui: la poesia”.
Mentre attendeva di poter nuovamente espatriare in Messico, Neruda morì. La versione ufficiale parlò di cancro alla prostata, ma in pochi ci hanno creduto fin da allora. Nel 2011 il suo autista e guardia del corpo Manuel Araya ha rivelato di avere la certezza che Pablo Neruda fu ucciso con una misteriosa iniezioni nella clinica Santa Maria di Santiago del Cile.
Dopo quaranta anni il mistero potrà essere svelato.
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