mercoledì 4 dicembre 2013
"PORCELLUM", FINALMENTE LA SENTENZA: NO AL PREMIO DI MAGGIORANZA, SI AL VOTO DI PREFERENZA
Oggi, 4 dicembre 2013, la Corte Costituzionale ha finalmente emesso una sentenza che demolisce la vigente legge elettorale (cosidetta "Porcellum") soprattutto nei suoi due punti fondamentali: l'abnorme premio di maggioranza e la mancanza di una preferenza per garantire all'elettore il diritto costituzionale di scegliere il proprio candidato.
Da anni, tali modifiche vengono proposte e suggerite. Purtroppo tutti i Partiti (tranne l'UDC) hanno preferito la comoda e autoreferenziale legge-porcata e fatto così degradare, pericolosamente, la funzione del Parlamento e dell'insieme delle Istituzioni democratiche.
Occorre una nuova legge (anche un decreto legge), da approvasre subito con la maggioranza possibile, per far rispettare rigorosamente queste due indicazioni. Atale proposito, non convince la proposta, riaffacciata oggi da taluni esponenti del PD, del collegio uninominale (anche a doppio turno)poichè non è in linea con la decisiobe della Corte e con il pensiero della stragrande maggioranza del popolo italiano.
C'è il concreto rischio di vanificare gli effetti di questa memorabile sentenza. Ogni cittadino dovrebbe far sentire la propria voce per ottenere il rispetto della sentenza per ripristinare il diritto di scegliere il proprio candidato. Noi lo facciamo da anni con gli scarsi mezzi che abbiamo: con interventi ed articoli (ne allego uno apparso su "Agoravox Italia" e altri siti web) che i quotidiani a grande tiratura hanno rifiutato perchè controcorrente.(a.s.)
Il "PORCELLUM" MALE PEGGIORE. IL VOTO DI PREFERENZA PER FAVORE
di Agostino Spataro
Si farà la riforma elettorale? Come, quando, con quali forze? Credo che queste e altre domande consimili frullino nella testa della gran parte degli italiani, forse più di quelle che nascono dalla crisi economica, poiché il “porcellum” è, oggi, il male maggiore.
Una legge disastrosa e anticostituzionale, come, ora, si accorgono anche le alte Corti che dovrebbero (di più) vigilare su tale delicatissima materia. Con questa legge, infatti, è stato espropriato al cittadino-elettore del diritto (costituzionale) di potere scegliere, col voto, il suo candidato al Parlamento.
È stato compiuto un grave misfatto politico ai danni della democrazia e della sovranità popolare, trasferendo il potere elettivo dal popolo a un gruppo ristretto di capipartito (una diecina in tutto) i quali, di fatto, nominano i membri di Camera e Senato. E così, nelle liste bloccate, e quindi in Parlamento, si trova di tutto: mogli, figli, amanti, portaborse, avvocati e fiscalisti di fiducia e via via degradando…
La “legge porcata” che a tutti piace
Al “porcellum”, imposto a colpi di maglio dal centro destra, si sono assuefatti anche i capipartito del centro-sinistra che hanno goduto delle sue malefiche virtù. Insomma, inutile girarci intorno: la mancanza del voto di preferenza fa comodo a Berlusconi e ai leghisti, ma anche ai loro (ex) avversari i quali, per altro, durante l’ultimo governo Prodi potevano modificare la legge-porcata, ma non l’hanno fatto.
E anche oggi, di fronte a tanto disastro, gli esponenti del centro-sinistra si guardano bene dal chiedere la re-introduzione di almeno una preferenza. Soltanto l’Udc- bisogna dargliene atto- si è battuta per le preferenze, anche se, alla fine, ha votato la legge-vergogna.
Sappiamo che la preferenza comporta qualche problema, soprattutto quello della compravendita dei voti, superabile con una sola preferenza numerica (non nominativa) e, ancor di più, con l’introduzione del voto elettronico, come si fa in Usa, in Brasile e in tanti Paesi anche in via di sviluppo.
Ridateci il voto di preferenza, per favore!
Che Berlusconi non voglia le preferenze si può capire poiché senza il potere di nomina (dei parlamentari) il suo trono vacillerebbe. Invece, nessuno capisce la ritrosia del Partito Democratico che sembra condividere con il Pdl l’avversione per il voto di preferenza.
E nemmeno convincono “le fughe” di taluni esponenti del PD i quali, pur di non re-introdurre il voto di preferenza, vorrebbero importare modelli elettorale da altri paesi (da Francia, Germania, Spagna, ecc). Ovviamente, su tale questione l’opinione pubblica desidera conoscere la posizione, pubblica e chiaramente motivata, di SEL, della Lega Nord e del Movimento di Grillo.
In assenza di una motivazione convincente, si accrediterebbe l’idea, già abbastanza diffusa, che non si voglia dare agli elettori il diritto di scegliere il parlamentare perché - si teme- provocherebbe una “rivoluzione copernicana” nel sistema politico italiano: il sole non sarebbe più il capo-partito che nomina, ma l’elettore che sceglie, col voto, anche il capo partito.
Infine, notiamo che la nomina, oltre a delegittimare i deputati e il ruolo del Parlamento, provoca un’incomprensibile disparità fra i diversi livelli della rappresentanza democratica: i deputati europei, i consiglieri regionali, provinciali e comunali sono eletti col voto di preferenza, solo quelli di Camera e Senato sono nominati dall’alto.
Una condizione anomala che non sta né in cielo né in terra, ma solo nelle teste dei capi partito ossia di privati cittadini (perché tali sono secondo la Costituzione) i quali esercitano un diritto espropriato agli elettori. E così non si può continuare!
di Agostino Spataro
AGORAVOX Italia, lunedì 27 maggio 2013 -
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