Propongo di seguito alcuni pensieri “corti” tratti
dal mio “I Giardini della nobile brigata”che ho dedicato “ai
grandi visionari del passato e del presente, perché da loro verrà il futuro del
mondo”.
Un piccolo contributo non per fare allarmismo, ma solo per offrire uno spunto di
riflessione sul futuro dell’Europa che appare incerto e comunque molto
problematico. Ho inserito un pensiero di
Maimonide e uno di Naom Chomsky che
mi sembrano pertinenti e aiutano ad ampliare l’orizzonte. (a.s.)
Da “Il giardino d’Occidente”
Torniamo in una notte oscura…
“A volte ci balena la
verità, sicché pensiamo che sia giorno, e poi le cose materiali e abituali la
nascondono, sicché noi torniamo in una notte oscura…Siamo dunque come chi viene
illuminato a sprazzi dal lampo, mentre si trova in una notte tenebrosissima ….”
(Maimonide in “La guida dei perplessi”)
Dove va l’Occidente?
Per gli Antichi, l’Occidente era l’occaso, il luogo dove il
sole tramonta. Oggi non si sa cosa sia. A pensarci bene, l’Occidente potrebbe
essere la metafora della morte di una civiltà dorata.
La “civiltà” sembra ruotare in senso est-ovest: nasce a
oriente e muore a occidente. Segue il corso, immaginifico, del sole.
Finché il sole vivrà. Oggi, sono gli Usa l’Occidente per
antonomasia. Dopo la seconda guerra mondiale, la fiaccola della civiltà è
passata dall’Europa agli Stati Uniti d’America.
Quale sarà il prossimo Occidente? La Cina, l’India? L’estremo Oriente
diventerà Occidente?
Sulla Terra avremo un nuovo caos? Fra non molto, lo sapremo.
Il tempo che la “civiltà” attraversi l’oceano Pacifico.
Europa
plutocratica
"Le democrazie
europee sono al collasso totale indipendentemente dal colore politico dei
governi che si succedono al potere perché sono decise sottolinea Chomsky da
banchieri e dirigenti non eletti che stanno seduti a Bruxelles.
Questa rotta porta
alla distruzione delle democrazie e le conseguenze sono le dittature…Mario Draghi
ha detto che il contratto sociale è morto. Ciò che conta oggi è la quantità di
ricchezza riversata nelle tasche dei banchieri per arricchirli. Quello che
capita alla gente normale ha valore zero. Questo è accaduto anche negli Stati
Uniti ma non in modo così spettacolare come in Europa. Il 70% della popolazione
non ha nessun modo di incidere sulle politiche adottate dalle amministrazioni".
E da chi è composto questo 70% ? Da quelli che occupano posizioni inferiori
sulla scala del reddito. Quell'1% che sta nella parte superiore ottiene a
livello politico ciò che desidera. Questa è la plutocrazia".
(Naom Chomsky in “Cado in piedi”, 2014)
Cultura euro-centrica
Siamo troppo imbevuti, ebbri della nostra cultura
euro-centrica che ignoriamo quelle degli altri che ci stanno invadendo.
Vecchia Europa un corno!
È vero. Da un certo tempo, l’Europa appare fiacca, stanca,
incerta, spaventata. Mostra, evidenti, i segni del declino economico, morale e
soprattutto demografico. Rischia di perdere il suo ruolo primario (non sempre positivo)
nel mondo.
Ironia della storia, l’Europa, fautrice del colonialismo
“civilizzatore”, potrebbe divenire preda dell’espan-sionismo strisciante di
varia provenienza.
Qualche avvisaglia si ebbe in passato quando i grandi imperi
del Sud (specie islamici) si espansero verso il cuore dell’Europa e per poco
non la conquistarono.
Oggi, tale pericolo non è all’ordine del giorno. Tuttavia,
diversi indicatori segnalano una preoccupante, progressiva decadenza,
accompagnata da una campagna mirata a indebolire l’immagine dell’Europa anche
sul piano psicologico.
Mi riferisco all’uso eccessivo della vulgata del “vecchio
Continente”, della “vecchia Europa” che deprime lo spirito pubblico europeo.
A forza di sentire ripetere questo “aggettivo” qualcuno si
sarà convinto che vecchia lo è davvero e, siccome dopo la vecchiaia viene la
morte, l’Europa è una regione morente.
Una vulgata da sfatare, dunque, in quanto l’Europa non è un
vero continente ma una sorta di appendice dell’Asia e, in ogni caso, non è più
vecchio di altri. Da quel che è dato sapere, la formazione geologica dei
“continenti” è, pressappoco, coeva.
Se, poi, si vuol fare derivare la “vecchiezza” dalla durata
della sua civiltà, c’è da osservare che quella asiatica (dal medio all’estremo Oriente)
è molto più vetusta di quella europea e sta perfino risorgendo.
Quindi, vecchia Europa un corno!
I norvegesi nella UE
Mi domando: quale convenienza hanno i norvegesi a stare
nell’Unione europea?
Solitamente ci si associa per trarne una qualche utilità.
Nel caso dei norvegesi non ne vedo molta.
Allora perché ci stanno? Forse, per non sentirsi soli in
questa Europa ricca ma insocievole. (Oslo, 2009)
Eurorussia: unire Europa e Russia
Per alcuni l’Europa non è un continente, ma solo una
propaggine dell’Asia verso l’Atlantico e il Mediterraneo. Fisicamente, così è.
Tuttavia, da tremila anni, l’Europa è fonte e sede di una delle più grandi
civiltà umane. Purtroppo, oggi, è in declino e molti, amici e concorrenti,
cercano d’invaderla silenziosamente, di anticiparne la caduta, per spolparsi le
sue enormi ricchezze materiali e immateriali.
Più che una speranza ben riposta, il futuro dell’Europa è un
problema mal posto, poiché resta incerto e succube di forze e interessi ostili
e contrapposti. L’Europa ha smarrito il senso della sua dignità storica, della
sua autonomia culturale e politica.
La soluzione? La risposta non è facile. Abbozzò un’ipotesi,
così di getto, che forse un po’ risente della contingenza.
La crisi è tale che l’U.E. potrebbe, perfino, disgregarsi.
Per evitare tale pericolo, bisogna cambiare registro politico e strategico e
puntare a una Europa dei popoli e non più delle consorterie multinazionali.
Sulla base di tale correzione, dovrà proseguire
l’allargamento fin dove è possibile nell’ambito dei popoli di cultura europea,
abbandonando la politica di provocazione e delle tensioni svolta per conto
terzi in ambito Nato.
In tale prospettiva, diventa auspicabile, possibile il
progetto di unire l’Europa con la
Russia o, se preferite, di associare la Russia all’Unione europea.
Sì, avete letto bene, la sterminata Russia che ci viene presentata come
l’eterno nemico. Mi rendo conto che, oggi, un’idea simile potrà apparire
paradossale, fuori da ogni ragionevole previsione, tuttavia un senso lo ha, una
logica pure, specie se immaginata nel medio/ lungo termine e alla luce delle
nuove ri-aggregazioni (spartizioni?) mondiali che stanno avvenendo su basi
conti-nentali e non più ideologiche o di reddito: Nord- Sud, Est- Ovest, ecc.
Nel nuovo scenario (in formazione) l’U.E., barcollante e
squilibrata al suo interno, rischia di apparire un “continente” in bilico, alla
deriva.
L’Europa, da sola, difficilmente potrà uscire da tale
precaria condizione; dovrà aggregarsi per creare un nuovo polo dello sviluppo
mondiale.
Con chi? Gli Usa sono lontani e i loro interessi non sempre
combaciano con quelli europei; l’ipotesi euro-mediterranea è stata fatta
fallire per volere degli Usa e per subalternità francese.
Non resta che la
Russia ossia un Paese - continente, di prevalente cultura
europea, che dispone di territori sterminati e di enormi riserve energetiche e
metallifere, di boschi, di acque, di terre vergini, di mari pescosi, ecc.
Evito ogni riferimento agli apparati e potenziali militari e
nucleari che spero possano essere liquidati in tutto il mondo. Ma che ci sono!
Risorse importanti, strategiche che, unite al grande
patrimonio europeo (tecnologie, saperi, scienze, professioni, tradizioni
democratiche, ecc), potrebbero costituire il punto di partenza per dare vita a
“EuroRussia”, a una nuova “regione” geo-economica mondiale, dall’Atlantico al
Pacifico, al Mediterraneo.
Ovviamente, questo è solo uno spunto, una “bella utopia”. I
giochi di guerra, gli intrighi per il nuovo ordine mondiale sono in corso da
tempo. E sono ancora aperti.
Il problema è come vi si partecipa, se da
protagonisti o da comprimari.
All’orizzonte si profila una nuova bipartizione del mondo,
con Cina e Usa come capifila. Taluno prevede un’improbabile tripartizione,
inserendo la Russia
nel terzetto. Nessuno pronostica un ruolo primario dell’U.E., condannata a
restare sottoposta agli Usa.
Non sappiamo quali saranno la collocazione, il ruolo della
Russia e dell’Europa fra 30/50 anni. Una cosa sembra sicura: divise, potranno
solo sperare che uno dei due capifila le inviti ad accodarsi. (marzo 2014)