di Agostino Spataro *
Oggettivamente, l’episodio del “divano turco” è increscioso e va rilevato. Tuttavia, non si dovrebbe enfatizzare più di quanto non hanno fatto i due rappresentanti della UE presenti all’incontro con il presidente Erdogan. Infatti, come dichiarato da Charles Michel, presidente del Consiglio europeo e pertanto personalità UE più alta in grado, si è preferito andare alla “sostanza” che- come noto- sono gli accordi, appunto sostanziosi, fra la UE e la Turchia in diversi settori. In primo luogo quelli relativi al contenimento dei flussi migratori e dei profughi. Partiamo dalla scena madre, dove si vedono assise su due sontuose sedie Michel e Erdogan ossia le due personalità più rilevanti delle due istituzioni a confronto e altre due personalità Ursula von der Leyen, presidente della commissione UE e il ministro degli esteri turco sedute su due divani. Alla sorpresa della signora (che tuttavia partecipa a pieno titolo al dialogo fra le due parti) fa da pendant l’impassibilità del presidente Michel che resta, seduto, a fianco a Erdogan.
Per cercar di capire si rende necessario svolgere alcune osservazioni.
1… Credo sia impensabile che un incontro così importante e al massimo livello si potesse svolgere senza un’adeguata preparazione e programmazione e al di fuori dei protocolli del cerimoniale. Come da consuetudine, i due uffici preposti al cerimoniale avranno discusso e concordato sia i temi in agenda sia gli aspetti protocollari. C’è da ritenere che la disposizione delle sedie e dei divani sia stata discussa fin nei minimi particolari e condivisa da ambo le parti. Per cui, le eventuali rimostranze da parte UE vanno rivolte in primo luogo agli addetti al cerimoniale che in tal senso hanno disposto i posti a sedere. In particolare, agli addetti della UE che- qualora in disaccordo- potevano consultarsi con i loro referenti politici e far decidere loro in ultima istanza. Se tale disposizione veniva percepita come lesiva del prestigio istituzionale e della dignità di genere della signora Leyen, l’autorità politica avrebbe potuto, per protesta o per altri validi motivi, non dar seguito agli incontri. Dalle dichiarazioni del signor Michel c’è da ritenere che i funzionari UE avranno informato, per tempo, i rappresentanti politici e che da questi (da uno o da entrambi? ) ne abbiano ricevuto via libera, poiché – come scrive Michel- ”si è preferito andare alla sostanza”. C’è da desumere che egli sia stato informato, ma non ha voluto farne un problema.
2… Se così si sono svolti i fatti, allora bisognerebbe indirizzare gli strali e quant’altro, innanzitutto verso coloro che hanno approvato e gestito il cerimoniale. Un chiarimento in tal senso credo potrebbe agevolare il rientro dalla imbarazzante polemica che ne è seguita. Addirittura coinvolgendo il nostro capo del Governo spintosi a definire “dittatore” il presidente Erdogan. E’ presumibile che per arrivare a tanto il dottor Draghi avrà avuto le sue buone ragioni e soprattutto buone informazioni, che però l’opinione pubblica ancora non conosce. La reazione può essere compresa qualora si potesse dimostrare che la disposizione (di sedie e divani) fu imposta da Erdogan in persona per umiliare la signora Von der Leyn, in quanto donna e presidente della Commissione UE. In tale eventualità si tratterebbe di una imposizione inaccettabile oltre che offensiva verso una donna al vertice delle Istituzioni europee. Ma bisognerebbe dimostrate tale assunto e- in caso affermativo- spiegare perché fu accettato dai diretti interessati. Solo dopo tali passaggi dimostrativi si potrà condannare fermamente la presunta pretesa del presidente della Turchia. Diversamente, verrà meno la ragione dichiarata della dura reazione e si creerà un “caso” davvero di ardua soluzione. Tranne che non ci siano altre motivazioni e obiettivi che l'opinione pubblica sconosce. Perciò è auspicabile che chi di dovere informi l’opinione pubblica su come si siano svolti effettivamente i fatti in quel di Ankara.
Istanbul, 1993, Marmara University, intervento di Agostino Spataro conferenza mediterranea |
4…Per concludere, torniamo al “divano turco” *** che ha provocato un vero parapiglia diplomatico internazionale, con probabili conseguenze per l’Italia, visto che il “governo” della UE, i grandi Paesi europei (a iniziare dalla Germania) non hanno attribuito all’episodio molta importanza. Di là delle motivazione (che sono basilari), sarebbe problematico per il nostro Paese restare isolato nel sostenere una posizione così aspra contro il presidente della Repubblica della Turchia. Da semplice cittadino, che ha avuto la ventura di occuparsi della politiche mediterranee e mediorientali, non mi permetto di dare consigli a chicchessia. Desidero, soltanto, esternare una preoccupazione (credo piuttosto diffusa) circa l’evoluzione della polemica italo-turca, accompagnata dall’auspicio che si possa giungere a un chiarimento sull’effettivo svolgimento dell’incontro di Ankara che potrebbe contribuire a far superare le reciproche diffidenze e asperità a livello bilaterale. Ripeto, sicuramente tale incontro ha avuto un’adeguata preparazione, secondo i protocolli, per cui la questione del “divano” poteva essere prevenuta e- se del caso- respinta.Vedremo. uttavia, oggi sono in ballo le relazioni italo-turche, politiche e non solo, in una fase assai complessa e movimentata in cui la Turchia di Erdogan è divenuta protagonista di un disegno mirato ad acquisire un ruolo internazionale più impulsivo, espansivo talvolta, in una vasta area che va dal Mediterraneo centrale al Medio Oriente, fino ad alcuni Paesi (ex Urss) dell’Asia centrale. Inoltre, segnalo che la presenza, soprattutto economica, della Turchia si fa sentire in diversi Paesi (anche UE) dell’Europa centro-orientale: dalla Germania all’Austria, all’Ungheria, alla Bulgaria, ai Balcani, ecc. Oggi, il caso più eclatante è quello della Libia. Però nessuno di coloro che hanno provocato prima la caduta di Gheddafi e dopo agevolato l’irruzione della presenza militare turca nel conflitto fratricida, ha spiegato all’opinione pubblica come siano andate, come stanno andando le cose.
* biografia in: https://it.wikipedia.org/wiki/Agostino_Spataro
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