Visita in Iraq (12-18
luglio 1981) di una delegazione parlamentare italiana composta da Agostino Spataro (Pci), Gilberto Bonalumi
(Dc), Giorgio Mondino (Psi)
A mò di conclusione…
Per concludere trascrivo alcune considerazioni politiche
contenute nel mio rapporto alla segreteria nazionale e alla commissione steri
del PCI.
“In un clima operoso e
austero, in cui si riflettono le asprezze e le contraddizioni interne, i piani
di sviluppo (iracheni n.d.r.) avanzano vincendo talune resistenze anche di tipo
culturale e morale.
Tende ad affermarsi
una nuova idea di progresso inteso non più come privilegio di pochi, ma come
fattore di emancipazione di massa.
Tutto questo sta
avvenendo in Iraq senza suscitare esasperazioni di tipo religioso e con spirito
improntato al laicismo possibile, senza cioè sconvolgere il delicato equilibrio
fra progresso e tradizione.
Semmai si pongono
alcuni problemi in relazione al grado di consistenza ed unità del blocco
politico e sociale che fino ad oggi ha guidato il Paese sulla via di uno
straordinario sviluppo.
La gestione del
sistema di potere, in larghissima misura concentrata nelle mani degli uomini
del Baath, ed esercitata secondo uno
schema rigido si contraddice palesemente con i principi del socialismo nella
libertà proclamati con la vittoriosa “rivoluzione” del 17 luglio 1968.
L’unità del fronte
delle forze di progresso ne risulta incrinata fino al punto di costringere il
Partito Comunista iracheno, una delle componenti più vivaci e impegnate, a
passare dal governo a una condizione di semiclandestinità.
I compagni iracheni
contattati chiedono di denunciare con più forza e chiarezza la dura repressione
esercitata nei loro confronti.
In conseguenza di tale
“stretta”, l’’immagine democratica e popolare del regime di Saddam Hussein
appare offuscata agli occhi delle masse popolari irachene e dell’opinione
pubblica internazionale…”
Nota a margine:
In quello stesso periodo, su iniziativa del Psi di
Bettino Craxi, fu creata a Roma l’Associazione di amicizia italo -irachena,
composta da esponenti del Psi, del Pci e della Dc.
Presidente fu nominato l’on. Seppia del Psi,
vicepresidenti gli onn. Spataro del Pci
e Aiardi della DC.
La mia permanenza in quella Associazione fu breve e
piuttosto turbolenta poiché quando mi accorsi di certe, ambigue finalità, posi
alcuni “paletti” sui contenuti e sulle modalità della cooperazione economica
fra i due Paesi. Rimasi isolato e pertanto decisi di uscirne con l’accordo del
Pci che mi aveva proposto per quell’incarico.
P.S. Questo pezzo è la conclusione sintetica di un testo, che spero di pubblicare al più
presto, relativo a taluni aspetti delle relazioni fra Italia, PCI e Paesi arabi
da me, personalmente, vissuti in qualità di membro delle Commissioni esteri del
Pci e della Camera dei Deputati.
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