martedì 5 gennaio 2016

UN VIAGGIO A BAGDAD, AL TEMPO DI SADDAM



Visita in Iraq (12-18 luglio 1981) di una delegazione parlamentare italiana composta da  Agostino Spataro (Pci), Gilberto Bonalumi (Dc), Giorgio Mondino (Psi)





A mò di conclusione…
Per concludere trascrivo alcune considerazioni politiche contenute nel mio rapporto alla segreteria nazionale e alla commissione steri del PCI.
“In un clima operoso e austero, in cui si riflettono le asprezze e le contraddizioni interne, i piani di sviluppo (iracheni n.d.r.) avanzano vincendo talune resistenze anche di tipo culturale e morale.
Tende ad affermarsi una nuova idea di progresso inteso non più come privilegio di pochi, ma come fattore di emancipazione di massa.
Tutto questo sta avvenendo in Iraq senza suscitare esasperazioni di tipo religioso e con spirito improntato al laicismo possibile, senza cioè sconvolgere il delicato equilibrio fra progresso e tradizione.
Semmai si pongono alcuni problemi in relazione al grado di consistenza ed unità del blocco politico e sociale che fino ad oggi ha guidato il Paese sulla via di uno straordinario sviluppo.
La gestione del sistema di potere, in larghissima misura concentrata nelle mani degli uomini del Baath, ed esercitata secondo  uno schema rigido si contraddice palesemente con i principi del socialismo nella libertà proclamati con la vittoriosa “rivoluzione” del 17 luglio 1968.
L’unità del fronte delle forze di progresso ne risulta incrinata fino al punto di costringere il Partito Comunista iracheno, una delle componenti più vivaci e impegnate, a passare dal governo a una condizione di semiclandestinità.
I compagni iracheni contattati chiedono di denunciare con più forza e chiarezza la dura repressione esercitata nei loro confronti.
In conseguenza di tale “stretta”, l’’immagine democratica e popolare del regime di Saddam Hussein appare offuscata agli occhi delle masse popolari irachene e dell’opinione pubblica internazionale…”

Nota a margine:
In quello stesso periodo, su iniziativa del Psi di Bettino Craxi, fu creata a Roma l’Associazione di amicizia italo -irachena, composta da esponenti del Psi, del Pci e della Dc.
Presidente fu nominato l’on. Seppia del Psi, vicepresidenti  gli onn. Spataro del Pci e Aiardi della DC.
La mia permanenza in quella Associazione fu breve e piuttosto turbolenta poiché quando mi accorsi di certe, ambigue finalità, posi alcuni “paletti” sui contenuti e sulle modalità della cooperazione economica fra i due Paesi. Rimasi isolato e pertanto decisi di uscirne con l’accordo del Pci che mi aveva proposto per quell’incarico.

P.S. Questo pezzo è la conclusione  sintetica di un testo, che spero di pubblicare al più presto, relativo a taluni aspetti delle relazioni fra Italia, PCI e Paesi arabi da me, personalmente, vissuti in qualità di membro delle Commissioni esteri del Pci e della Camera dei Deputati.


   

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